La serata inizia con un fiacco dj set tanto che il Tetris di Trieste, un super-localino che vive con la filosofia del “do it yourself”, è praticamente desolato: due coppie ai tavoli, un paio di ragazze che iniziano a tracannare birra e i baristi.
Ma quando arriva lui, Nicola Manzan in arte Bologna Violenta, allora sì che s’inizia a ragionare. La gente entra, il locale si riempie. Sale sul palco a furor di popolo, un po’ per il dj di cui sopra, un po’ perchè si sa che quest’uomo, pur essendo solo, è potente come un terremoto.
Circa quaranta minuti di live fatto di un grind-noise instabilissimo, forte come un pugno in faccia, di una velocità supersonica raramente intervallata da frasi tratte da film polizieschi, d’impatto. Parafrasando le sue parole, questo concerto è stato “sassate nelle orecchie per tutti”, grazie alla sua chitarra iperdistorta e velocissima, al suo violino dalle note tragiche e grazie anche alla sua forte presenze sul palco. Il pubblico è travolto da quest’onda anomala di suono e rumore che insieme si fondono nel progetto Bologna Violenta. Definirlo è impossibile com’è impossibile paragonarlo a qualsiasi altra cosa già sentita: siamo di fronte ad una realtà a sé, da conoscere soprattutto live. Assolutamente folle.
Signore e signori, Bologna Violenta.
Foto di Dotthewson
Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music
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