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L’ardente fiamma chiamata “dark sound italiano”, fermento artistico nato all’inizio degli anni ’70 sulla scia degli umori (nero pece) provenienti da oltre Manica, continua, senza segni di cedimento, a bruciare fino ai giorni nostri. Complice il fatto che molte glorie del passato, come (per citarne alcune) Death SS, Jacula, Goblin, Zess, Antonius Rex, Balletto di Bronzo, hanno fedelmente trasmesso i loro insegnamenti a band come Areknames, Il Bacio Della Medusa, Abysmal Grief, L’impero delle ombre.
Witchfield è il nome di un nuovo seguace, “Sleepless”, invece, quello di una creatura nata nell’oscurità. Thomas Hand Chaste, mente del progetto sopra citato, è stato batterista dei primi Death SS. Insieme a uno stuolo di amici “oscuri” – le menti de L’impero delle ombre ovvero i fratelli Giovanni e Andrea Cardellino, rispettivamente voce e chitarra, Ilario Suppressa alla seconda chitarra, Baka Bomb (ex Paul Chain) al basso più due ospiti d’eccezione come Clive Jones dei Black Widow (quanto deve il dark sound a questa intramontabile band?) ai fiati e sir Steve Sylvester (Death SS) alla voce in un episodio – dà alle stampe un lavoro ambizioso.
The Burial of Count Orgaz, intro tastieristico che sembra uscito dai Goblin più ispirati, ci apre le porte dell’oscura processione chiamata “Sleepless”; Edina’s Escape from Cancer City e The Mask of the Demon, doppietta iniziale, si rifanno al doom dei maestri: la prima ai Pentagram mentre la seconda, una lunga litania, ci porta alla mente i Black Sabbath del debutto omonimo; Void in the Life ci porta indietro nel tempo per via della sua lunga introduzione di sax e flauto per opera dell’ex Black Widow; Inquisitor è una riuscitissima cover dei Death SS, cosi come The Black Widow, estratta dal repertorio di Alice Cooper, interpretata da Steve Sylvester. Ottimo prova, dietro al microfono, per Giovanni Cardellino.
Fondamentale.
Marco Gargiulo
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