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Per la serie “Dio li fa e il Diavolo li accoppia“, ecco a voi Il pan del diavolo, binomio folk’n’roll nato a Palermo nel lontano 2006 da un’idea di Pietro Alessandro Alosi (voce, chitarra e grancassa) e Gianluca Bartolo (chitarra a dodici corde).
Dopo aver vinto le selezioni dell’Italia Wave Love Festival e aver aperto il concerto dei Gogol Bordello, nel 2008 pubblicano il loro primo omonimo EP che riscuote un gradito successo e alimenta le aspettative legate all’uscita del loro disco d’esordio “Sono all’osso“. L’album, prodotto da Fabio Rizzo e mixato da JD Foster (Calexico, Capossela), li incornicia come ipotizzabili adepti del “partito estremista dell’urlo” di Ghigo Agosti.
Fiancheggiati dalla vocalità polverosa e mordace di Alosi, plasmano sonorità folk ridotte all’osso e intrise di variazioni rock’n’roll che strizzano l’occhio a ripercussioni retrò (da Rino Gaetano a Celentano). Il rockabilly shakerato di Blu laguna ci accompagna alla scoperta di liriche impulsive, fedeli al loro manifesto musicale che li vuole da sempre avvelenati (come in Ciriaco). In Bomba nel cuore, che nasce dalla collaborazione con gli Zen Circus, le consonanze ritmiche e tematiche evidenziano propensioni più decisamente punk presenti, tra l’altro, anche la title-track ovvero uno dei pezzi migliori che si risolve in un confidenziale climax sonoro ascendente.
Il disco si chiude con la pittoresca cantilena Scarpette a punta, la quale custodisce in sè una soavità dal gusto popolare e convalida appieno l’impressione positiva di fondo.
Che altro dire se non “That’s all Folk (s)” gente!
Miria Colasante
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