Chi pensa che solo chi ha molta esperianza possa fare buona musica, si sbaglia.
Neanche sessant’anni in tre, i Waiting for Memories sono la prova che il tanto temuto “deserto generazionale” esiste solo in superficie. Se si scava a fondo, nella scena musicale più underground e meno patinata, ecco che spuntano gruppi e cd più che validi. E’ il caso appunto dei Waiting for Memories.
L’omonimo album esplode subito e, traccia dopo traccia, si delinea il loro potentissimo sound: rock con rimandi al punk, riff che catturano l’attenzione fin dall’inizio, d’impatto immediato, come un energumeno che ti poga addosso mentre bevi il caffè. Ma troviamo anche delle influenze garage in Crossroads, delle venature melodiche in Heart On Fire e nella bellissima As Sweet as Honey, fino a sfiorare lo screamo in Earth, The Sky.
Con una voce aggressiva che ben si integra con il tiro incalzante presente in ogni traccia, questo album risulta veramente molto buono, come se i Waiting for Memories fossero una band già “navigata”.
Sicuramente si crescerà, si migliorerà, si aggiusteranno le (pochissime) imperfezioni, ma dopo aver ascoltato questo album, beh è giustificato essere ottimisti.
Bravi figliuoli.
Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music
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