Intervista agli Iori's Eyes

– Da poco è uscito il vostro EP “And everything fits in the Yellow Whale EP“, ma il vostro nome è sconosciuto ai più. Volete presentarvi brevemente per chi non ha la più pallida idea di chi siate e che cosa suoniate?

– Iori’s Eyes sono un duo lo-fi (ad alcuni piace anche dire “dream pop”) di Milano. Rispettivamente siamo Clod (Chitarra e voce) e Sofia (basso, tastiere e marchingegni elettronici). Abbiamo tutti e due 22 anni e ci siamo incontrati a 17, al liceo (eravamo compagni di classe).Arrivavamo entrambi da due gruppi punk rock, ma avevamo ascolti diversi: l’unica band che ci accomunava erano i Nirvana. Da lì non ci siamo più separati, anche perché oltre al rapporto “musicale” è nata una splendida amicizia… diciamo che siamo come fratello e sorella.

– Suonate insieme da un po’ di anni: la vostra musica ha visto sperimentazioni o sin dall’inizio avete avuto le idee chiare sul risultato?

– Altro che sperimentazioni! Come tutte le band all’inizio si comincia a suonare scimmiottando le proprie band del cuore, pensando che sia la cosa più figa (nei primi mesi in cui suonavamo assieme eravamo i figli di Motorpsycho ed Explosions in the Sky) da fare, poi cresci…e senza farti troppe domande cominci a suonare le tue cose, maturi e poi arrivi finalmente a un “risultato” tuo.

– Come nascono le vostre canzoni?

– Dipende: a volte nascono in sala improvvisando insieme, altre volte porto dei pezzi scritti da me (Clod) a casa e li arrangiamo assieme.

– L’uso della lingua inglese nei testi. E’ una scelta prettamente legata alla musicalità di questa lingua o…?

– Beh si, il motivo principale è proprio legato alla musicalità. Gli altri motivi che mi hanno spinto a utilizzare l’inglese sono la mia passione per il mondo anglosassone e quindi per la lingua in primis, e poi perché trovo che sia difficile riuscire a dire cose belle in Italiano rimanendo “musicali”. Pochissimi artisti italiani che cantano in italiano mi sono rimasti impressi: Battiato, Morgan, Ministri e Verdena… e il “fu” Luigi Tenco.

– Quanto vi ha aiutato la vostra città, Milano, nell’affermarvi?

– Premettendo che dire che siamo “affermati” è un parolone, diciamo che Milano è stata sicuramente un gran bel “punto di partenza”, in particolare l’esperienza al “Milano Brucia” al Magnolia, che ci ha visti “residents” nel 2008/09 e quindi ci ha esposto al pubblico “alternative” milanese in maniera abbastanza importante.

– Com’è nata la collaborazione con il vostro produttore Federico Dragogna? C’è un po’ di zampino dragognano nel vostro sound o siete voi così nature?

– È cominciato tutto proprio al “Milano Brucia”, mini-festival organizzato al Magnolia, dove Federico ci ha visti suonare ed ha deciso di cominciare a lavorare con noi. E’ nato tutto in maniera piuttosto naturale. Come tutti i produttori artistici fanno, anche Federico in studio ci ha messo del suo..Ha un po’ ripulito le sbavature che possono fare dei pischelli inesperti come lo eravamo noi prima di incontrarlo…Più che solamente un produttore artistico Federico è un amico, e la persona alla quale dobbiamo tante cose, in primis la nostra educazione alla professionalità che richiede questo mestiere. Dal vivo il sound è leggermente diverso, ma la “pasta” comunque è sempre quella.

– Cosa ne pensate del panorama musicale italiano? Quali sono le band italiane e non che vi piacciono di più? Alcune vi influenzano?

– Il panorama musicale italiano è piuttosto povero di cose interessanti, ma fortunatamente quelle poche che ci sono veramente belle: i nostri amici Ministri e Heike Has The Giggles, gli A Classic Education, i Sakee Sed (che non conoscono in tanti) e i Criminal Jokers sono sicuramente le band, a ora in attivo, che hanno attirato maggiormente la nostra attenzione…poi come dicevo prima siamo anche grandi estimatori di mostri sacri come Verdena, Morgan e Battiato. Spero tanto che tra non molto possano uscire un sacco di gruppi nuovi, così da non essere considerati un paese del cavolo in quanto a musica… speriamo in bene…

Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music

Blogger professionista e da sempre appassionato esperto di telecomunicazioni, serie tv e soap opera. Giuseppe Ino è redattore freelance per diversi siti web verticali. Ha fondato teleblog.it, tivoo.it, mondotelefono.it, maglifestyle.it Ha collaborato tra gli altri anche con UpGo.news nella creazione di post e analisi. Collabora con la web radio Radiostonata.com nel programma quotidiano #AscoltiTv in diretta da lunedi a venerdi dalle 10 alle 11.

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