Perturbazione – Locanda Atlantide, Roma 30/03/2012

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Dieci anni di “In circolo”. E dieci anni di pop rock raffinato ed elegante, quello dei Perturbazione, band torinese amatissima, e a ragione, dal pubblico romano.

Venerdì sera, Locanda Atlantide, San Lorenzo, Roma, Italia, mondo.

I piemontesi sono a Roma per recuperare la data perduta a inizio febbraio, causa neve (com’è successo a Ex-Otago, Entombed e altri). L’occasione è ghiotta: per questo tour, in attesa di nuovi brani, la band risuona dal vivo l’intero “In circolo”, disco del 2002 che li ha consacrati a paladini del pop rock italiano. A corollario del tour, la ristampa dell’album, con un disco in più contenente ventiquattro tra inediti, brani tratti da diverse compilation e altri pezzi che lo stesso Tommaso, voce della band, ha definito “scippabili”, ma che rendono l’idea di quale fosse l’atmosfera che regnava intorno alla band all’inizio degli Anni Zero.

Apre la serata Ila Rosso, piemontese come i Perturbazione. Non si tratta di un novellino. Ilario è sulla scena da parecchi anni ormai, con progetti diversi tra loro. Ila Rosso è il suo progetto più recente (inizialmente solista, ora è accompagnato da basso, batteria e violoncello), a cavallo tra folk, rock e cantautorato. Interessanti gli arrangiamenti dei brani tratti dal suo disco d’esordio “La bellapresenza”. L’affiatamento tra i membri c’è e soprattutto il violoncello è sugli scudi. Tra accenni di tango e musica popolare, quello che personalmente mi convince un po’ meno sono i testi. Per carità, non sono ingenui, ma a mio avviso sanno di già sentito e peccano di poca personalità. Critica che vuole essere esclusivamente costruttiva, perché le basi del progetto ci sono tutte e si sentono.

Intorno alle 23 giunge il momento dei Perturbazione. I sei piemontesi salgono sul palco con la bellissima Dieci anni dopo e ovviamente la scelta è logica. Dieci anni da “In circolo”, “dieci anni dopo”. Tommaso e gli altri ragazzi sono visibilmente emozionati e sinceri nello stare sul palco a risuonare i brani dei loro inizi ma che tanto successo hanno garantito alla band. La riproposizione del disco è fedele alla tracklist, con il meraviglioso trittico iniziale La rosa dei 20, Agosto e Mi piacerebbe e via con il resto dei brani. Tra racconti degli esordi e dediche a laureati in sala, c’è spazio anche per una Il senso della vite in versione punk rock, con accenni di pogo del pubblico in sala. Pubblico che per tutta la durata del concerto è completamente coinvolta e in balia delle raffinate note dei piemontesi. Sembra un incontro tra vecchi amici, un ritrovarsi intorno ad emozioni e sensazioni condivise.

Con I complicati pretesti del come si chiudeva “In circolo” e così si chiude anche il set della band. C’è subito tempo però per tre bis decisamente graditi e sorprendenti. In primis Buongiorno buonafortuna, singolo capolavoro tratto da “Del nostro tempo rubato” del 2010, brano in cui figurava anche una collaborazione indovinata con Dente. Tutta la platea canta a squarciagola quello che a buon diritto può definirsi un brano manifesto del gruppo torinese. Tocca quindi a Last Friday Night (T.G.I.F.), cover di Katy Perry decisamente riuscita che dimostra l’apertura mentale della band, a suo agio a cimentarsi con pop di classe e riprese di pop da classifica quale quello della cantante statunitense. Il pubblico è divertito e partecipa, con Tommaso che scende a cantare tra la folla. Si chiude con Meno di due, primo brano del disco inedito pubblicato nella ristampa di “In circolo”.

Pubblico soddisfatto, band emozionata. Serata amarcord più che piacevole e azzeccata.

Livio Ghilardi per Mag-Music

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Blogger professionista e da sempre appassionato esperto di telecomunicazioni, serie tv e soap opera. Giuseppe Ino è redattore freelance per diversi siti web verticali. Ha fondato teleblog.it, tivoo.it, mondotelefono.it, maglifestyle.it Ha collaborato tra gli altri anche con UpGo.news nella creazione di post e analisi. Collabora con la web radio Radiostonata.com nel programma quotidiano #AscoltiTv in diretta da lunedi a venerdi dalle 10 alle 11.

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