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Catch the roots, once again. Firenze è un altro di quei luoghi adattissimi per il ritrovamento di riferimenti di vario tipo, al punto di dare vita a qualcosa di proprio. E anche i The Regal sembrano essere portati al conseguimento di quest’obiettivo, prefissato con la composizione di un omonimo album d’esordio. Ascoltare la voce di Andrea Badalamenti fa pensare che improvvisamente i R.E.M. e Neil Young abbiano deciso di radunarsi sotto lo stesso tetto per registrare qualcosa assieme, ma indossando dei vestiti fabbricati nella nostra terra, sia che ci sia un timbro riconducibile a quello di Michael Stipe (The Calling of Loneliness, le parentesi intime di A Song for a Piano e The Last Christmas, Napoleon Hotel) che a quello del secondo (la coinvolgente I Wanna Go Back to the Start, They Got the Light in Their Eyes, la più immediata ed orecchiabile, ma non per questo brutta Rockin’ Stage). Il contributo aggiuntivo di Alberto Mariotti, ancora Samuel Katarro, come corista, chitarrista e soprattutto produttore, non può che starci bene. Con un esordio pieno di svariate potenzialità egregiamente espresse, la strada per il futuro è fatta di ottime intenzioni.
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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