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Che fosse una grande promessa, per quello che riguarda il panorama pop attuale, si era già intuito dall’allegria di un singolo come Gli scoiattoli nel bosco. E, con la pubblicazione di questo “Il giardino di rose“, ogni timore che questa promessa si sciogliesse subito svanisce immediatamente, perché quello della genovese Chiara Ragnini è un esordio che, senza alcuna pretesa, mette a nudo una ragazza decisamente determinata, anche quando si tratta di mettersi in gioco con il grande pubblico prima del tempo. Voce e chitarra, a tratti qualche percussione, hanno la meglio, per una decina di brani che include, oltre al sopracitato, perle d’autore del calibro di Quello che ho, Ogni mia poesia e Oltre le nuvole, dolci momenti come la title-track e Acqua da bere, l’intimità di Di terra e mare e La neve non fa più rumore e la voglia di lasciarsi abbandonare al soffio di un vento tropicale, quello riconoscibile dalla saudade della conclusiva Aria, con qualche accenno alla bossanova. Unica occasione un po’ sottotono rispetto al resto è Guardami, ma nulla toglie al valore complessivo dell’opera, un bel biglietto da visita per la nostra.
Gustavo Tagliaferri
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