Trionfo popolare per Zappatore al Trianon di Napoli: la recensione

zappatore a teatro

Zappatore – Foto di Fiorella Passante

Un vero trionfo popolare dello spettacolo Zappatore al Teatro Trianon Viviani di Napoli fino a domani, 8 gennaio, in scena. Zappatore rimarrà per sempre la pietra miliare tra le sceneggiate napoletane, chiusura emblematica di un ciclo fortunato, portata al successo dal re indiscusso Mario Merola, e, di certo, la sua è la versione migliore nel 1980. Il regista Bruno Garofalo ha ridato un dinamismo eccezionale alla rappresentazione originaria del ‘53 scritta da Enzo Vitale, plauso per aver deciso di tracciare un perfetto parallelo senza apportare nessuna modifica al testo, riuscendo a identificare e rileggere la rappresentazione secondo la teatralità del compianto Merola, aiuta il tutto che, il protagonista, è il figlio, Francesco Merola, che superlativamente interpreta quella che fu la parte del padre. Commisurarsi non è sempre facile, si rischia di cadere nel patetico e nel ridicolo ma Francesco Merola ha perfettamente onorato e reso omaggio alla memoria del padre, indossando anche l’originario  mantello usato allora da Mario Merola. Indescrivibile la somiglianza timbrica vocale con il padre, anche nel cantato, applausi su applausi quando Francesco interpreta i grandi successi come “Ciento Catene”.

L’assoluto canovaccio della sceneggiata napoletana è stato eseguito perfettamente, suscitando, in alcune scene, forti emozioni affettive, un pathos intenso che rende partecipe il pubblico con imprecazioni o lacrime di sofferenza. Anche le macchiette caricaturali dei personaggi Stella e Fasulillo, i bravissimi Gina Perna e Massimo Salvetti, coppia ben assortita si dice,  provocano grande ilarità e sdrammatizzano con positività la commedia. Il ruolo del figlio avvocato, Mario, che ripudia la sua famiglia di origine, è di un impacciato Gianni Fiorellino, mentre la fidanzata Elvira, quella dell’alta borghesia, è Tiziana De Giacomo, elegante, sofisticata e altezzosa e presenta una donna formidabile, che Tiziana ha saputo cogliere incredibilmente, non giudica il personaggio, ma lo interpreta dal suo punto di vista come una donna, la cui vulnerabilità, è accompagnata da una durezza aristocratica da lupo solitario.

Performance inevitabilmente stupefacente di Lina Santoro, che interpreta Filumena, la mamma afflitta e speranzosa dell’avvocato Mario. Bravo anche il cantante Antoine, nel ruolo di Andrea, il padrone delle terre dove vivono i genitori dell’avvocato, e, anche se ha un piccolo ruolo,  Marianna Liguori, che con naturalezza ed espressività ha saputo interpretare Genoveffa, amica borghese di Elvira e Mario. Pochi giorni di repliche di questa reinventata sceneggiata, Zappatore, a cui anche gli altri attori in scena, tutti bravi e del tutto connessi al palco, hanno contribuito al grande successo: Valentina Nicolella, Gesummina (contadina), Rossella Di Biase Carmilina (contadina),  Rossella Amato Liliana (amica borghese di Elvira), Diego Macario Otello (borghese) e Gennaro Monti Ettore (borghese). Meravigliosi i costumi di Mariagrazia Nicotra,  soprattutto quelli ispirati agli anni ’50. E non per ultimo, la musica eseguita dal vivo da Gennaro Carbone (pianoforte e direzione musicale), Alfonso Pone (batteria), Emanuele La Rosa (chitarra) e Pietropaolo Veltre (basso).

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Foto di Fiorella Passante