Esce oggi venerdi 13 gennaio “Teresa canta Pino” una dichiarazione d’amore di Teresa De Sio per il suo amico Pino Daniele, a due anni dalla scomparsa del grande cantautore.
Caratterizzato da sedici momenti memorabili, tradotti dall’enorme personalità di Teresa con i suoi spigoli poco smussati e la sua iconoclastia senza peli sulla lingua, da vera brigantessa qual è. “Io e Sasà Flauto ci siamo chiusi nello studio di registrazione e siamo stati due settimane solo a sentire Pino, – ha detto Teresa De Sio in conferenza stampa. A un certo punto abbiamo detto: No, nun c’’a putimmo fa’! Mi sono resa conto che avrei dovuto fare una scelta ponderata e ho deciso di dare spazio soprattutto al Pino napoletano, escludendo tutte le canzoni scritte in italiano, anche se bellissime. Ho fatto poi un balance tra i brani più conosciuti, sarebbe stato da parte mia un gesto snob mettere solo pezzi meno conosciuti. La cosa fondamentale era scegliere delle canzoni che mi sentivo di poter cantare contribuendo con la mia interpretazione, con l’arrangiamento e con le sonorità inserite in questo disco, ad aggiungere qualcosa in più rispetto a tutto quello che ha già detto Pino o non ne avrebbe avuto senso replicare il mondo sonoro di Pino, perché meglio di Pino chi lo poteva fare, nessuno.”
Disco presentato nella particolare location della Galleria Farnese all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con alle spalle il bellissimo gruppo scultoreo de Il Supplizio di Dirce o Toro Farnese, alla presenza del direttore del Museo Dott. Paolo Giulierini, Alex Daniele, figlio di Pino, Luisa Pistoia di Sosia & Pistoia etc.
Teresa canta Pino è stato registrato e mixato presso Sunrise Studio Roma da Sasà Flauto e Paolo De Stefani. Masterizzato da Greg Calby presso Sterling Sound, New York, e da Fabrizio De Carolis presso Reference Studio, Roma. La tracklist di “Teresa canta Pino”: ’O Scarrafone, Bella ‘mbriana, Je so’ pazza (Je so’ pazzo), Lazzari felici, “Serenata a fronn’ e limone, Quanno chiove, ’O Jammone, Notte che se ne va, Un angolo di cielo, Fatte ‘na pizza, Chi tene ‘o mare, “Ninnananinnanoè, Tutta n’ata storia, Alleria, Viento, Napule è.
Un bellissimo documentario su Pino Daniele, con un inedito ‘O Jammone scritto dalla stessa Teresa: “La parola Jammone – racconta Teresa – deriva dalla parlesia napoletana, un linguaggio segreto inventato dai musicisti nell’Ottocento per non farsi capire. Una serie di termini molto articolata e ricca e Jammone significa il capo, il boss, ‘o jamme base, chille ca fa carte, che tiene banco, e, quindi, nello scrivere un pezzo dedicato a Pino non potevo che chiamarlo, ‘o Jammone. Non volevo, però, fare un pezzo, così come non volevo fare un disco, nostalgico, malinconico, celebrativo, avrebbe finito di risultare retorico. In questo pezzo ho immaginato un grande musicista amato da tutti quanti nel suo vicolo, nel suo quartiere e, che lo sentivano suonare nel portone, che improvvisamente decide di sparire e di andarsene e tutti pensano che se ne sia andato in America, perché lui solo in America poteva suonare per quanto era bravo. Ho cercato di togliere l’aspetto malinconico in questo pezzo e, inoltre, ho sostenuto la scrittura e la realizzazione del pezzo con un suono dub, una sezione di fiati potente, posso dire che sono contenta di com’ è venuto fuori. Chissà se a Pino piace, ancora non mi è arrivata una scarpa in testa dall’alto, quindi, credo che gli piace.”
Nel disco sono presenti degli ospiti particolari, il coro dei ragazzi dell’Istituto Melissa Bassi di Scampia, che intonano insieme a Teresa la canzone simbolo che, appieno, descrive l’opera di Pino Daniele, Napule è.
Altro straordinario ospite è Niccolò Fabi, voce nel brano “Un angolo di cielo”, un’invocazione a Dio di un uomo che chiede un angolo di cielo dove rifugiarsi e che deve esserci per chi vive una sola vita. “Niccolò è nell’unico pezzo in italiano, Un angolo di cielo – dice Teresa in conferenza – una preghiera laica fortissima, bellissima, struggente. Niccolò è un mio amico carissimo e preferisco avere intorno a me degli amici, anziché, semplicemente di grandi artisti, poi, perché è un grande artista ed è un personaggio puro. È molto difficile trovare delle personalità con la schiena dritta e pura come Niccolò. C’è un altro motivo che lui ignora, per me la sua voce è così bianca, apre un’ulteriore porta all’interno di quella canzone di Pino. Un ulteriore affaccio verso chi, magari, pensa di non potersi avvicinare alla musica di Pino Daniele, alla musica napoletana, invece, lui trasporta con la sua presenza la musica di Pino e, in questo caso, anche la mia, verso altri orizzonti, più ampi, quindi, per me ha un grande significato la presenza di Niccolò.”
Infine, non manca di parlare di Maria Laura Giulietti, scomparsa a febbraio scorso, che è stata non solo la produttrice e manager di Teresa, ma amica, consigliera sulla sua vita, pubblica e privata.
“Maria Laura è in tutto quello che faccio – ricorda Teresa. Dopo trent’anni di collaborazione stretta, qualsiasi cosa faccio, dico: Maria Laura, allora, cosa dici? È buona sta cosa? Lei, ‘o Jammone, l’ha sentita. Il brano l’ho scritto subito dopo che è venuto a mancare Pino. Lei l’aveva sentito e gli era piaciuto moltissimo. Tra le altre cose, le devo anche questo, perché tutto il progetto scalpitava dentro di me, da subito, da quando Pino ci ha lasciato. A sentimento, avevo detto, voglio fare un disco su Pino e lei mi disse, aspetta, calmati, perché l’aspetto emotivo può prevalere sul lavoro e, invece, l’aspetto emotivo si deve amalgamare con il resto delle scelte, quando farai questo disco. E, quindi, anche grazie a lei, sono riuscita a tenerlo a freno questo disco in questi due anni e, poi, grazie alle persone che mi hanno spronato era giunto il momento giusto. Io a Maria Laura le devo anche questo.”
Un grande progetto voluto fortemente da Teresa De Sio e in cui hanno suonato: Sasà Flauto (chitarra acustica, elettrica, mandolino, banjo, ukulele), Francesco Santalucia (pianoforte, keyboards), Pasquale Angelini (drums), Vittorio Longobardi (basso, contrabbasso), H.E.R. (violino), Fiore Benigni (organetto), Gennaro Della Monica (violoncello), Luisiana Lorusso (violino), Rita Turrisi (viola), Sandro Deidda (sax tenore e sax contralto), Roberto Schiano (trombone), Giancarlo Ciminelli (tromba, flicorno).
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