Non sempre mi capita nello scrivere la prefazione di un libro, di aderire così intimamente, di entrare, direi quasi, nel mondo poetico e nel vissuto di un autore, come nel caso di Alessandra Distefano. In questo caso, l’opera ha un valore aggiunto, in quanto l’autrice si è classificata al primo posto nel concorso, tutto al femminile, intitolato a mia madre Maria Cumani. Sono sicuro, conoscendola in ogni più intimo e recondito moto del suo animo inquieto, che le poesie della Distefano sarebbero piaciute, per una sorta di affinità elettive, alla Cumani, sempre, e il titolo del suo ultimo libro lo sottolinea in modo inequivocabile: Lontana da gesti inutili.
L’idea del potere magico, evocativo e incantatorio delle parole risale alla notte dei tempi: strumento di invocazione verso divinità o mezzo per realizzare incantesimi, la parola era usata dall’uomo per mettersi in contatto con una dimensione “altra” e per ottenere qualcosa da forze ignote e spesso minacciose.
In età contemporanea, la valorizzazione della parola come mezzo per la scoperta e per il (possibile) disvelamento del senso nascosto nelle cose (o di quanto sepolto dentro di noi) è stata messa in atto sia dalle ben note correnti poetico-letterarie otto-novecentesche sia in ambito clinico e scientifico, ad esempio dalla psicanalisi. Da una parte il linguaggio poetico mette in contatto – attraverso l’intuizione – il poeta con l’anima delle cose, con l’irrazionale; dall’altra la parola si trasforma addirittura in farmaco, medicina dell’anima e mezzo per ricostruire parti di sé che si consideravano perdute, o che non si conoscevano nemmeno.
Breve estratto dalla prefazione di Quasimodo.
Alessandra Distefano nasce a Milano dove rimane fino a quando, a nove anni, si trasferisce con la famiglia in Sicilia, a Randazzo (CT). Qui frequenta scuole medie e liceo classico alla fine del quale torna a Milano per gli studi universitari. Nel marzo 2003 si laurea in farmacia, tradizione della famiglia materna e rientra in Sicilia per svolgere la professione.
Inverno segreto (Gianni Iuculano Editore, 2000) con prefazione di Alda Merini;
Quello che manca è l’anima (Edizioni Arianna, 2013).
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