Sbaglio o in questo periodo le formazioni a due stanno tornando alla ribalta? Penso per esempio ai Bud Spencer Blues Explosion e agli Iory’s Eyes. A questi, aggiungiamo anche i Sorry Ok Yes, formati dal chitarrista aretino Davide Materazzi e dal batterista Simone Ferrari. E sono nati nel 2007: ciò significa che comunque sono già riusciti a farsi notare nel panorama musicale indipendente.
Dopo un 2009 di fuoco, tra l’Italia Wave e un tour ben accolto in Texas, decidono di dare alla luce “Rubberized“, il loro primo full-lenght.
Dodici tracce contenenti una combinazione di stili musicali diversi ma ben accostati: sentiamo un classico rock’n’roll con un pizzico di new wave, ma anche qualche sfumatura di punk e di garage. Non male. La voce, pulita solamente in alcuni brani, sembra proprio la più adatta per questo sound e ben si accompagna alla chitarra decisa e alla batteria precisa (ascoltare Toast per credere). Mi risulta facile associarli a band più conosciute nel panorama internazionale, come i britannici Kinks, ma anche gli americani Dandy Warhols.
La scelta del genere è da considerarsi in qualche modo coraggiosa, visto che in questo periodo la musica in auge è soprattutto quella ballabile con un paio di synth di troppo, ma loro no: testa alta e dritti per propria strada.
“Rubberized” accoglierà molti consensi, sia in Italia che all’estero. E se così non avverrà, i Sorry Ok Yes se ne fregheranno alla grande e noi faremo la solita figura di italiani ignorantoni e (musicalmente) chiusi.
Non ci sono scuse, solo ok e yes.
Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music
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