Un buon compromesso tra la “classe dissonante dei Blonde Redhead e il pop sottile dei The Shins“.
Ecco come si presenta il quartetto parigino General Bye Bye che (con tanto di divise blu da meccanici) si appresta a conquistare il Nuovo Mondo con l’LP d’esordio “Girouette” (Greed Recordings). Philippe Beer-Gabel (chitarra, voce e kantele), Jana Klein (voce), Emmanuel Quirie (pianoforte, synth) ed Etienne Gillet (batteria e tromba) inaugurano l’album con lo spensierato e orecchiabilissimo duetto di Alphabet che spiana la strada alla hit Maniac Mansion in cui gli articolati effetti sonori del synth si mescolano a influenze velatamente dub. L’ossessività contraddittoria di Never Ending Trip e le preziosità di Les Hautes Solitudes sono un saggio della vena più melanconica e introspettiva dei G.B.B. che si scontra rumorosamente con Don’t shoot the rabbit, pezzo ben riuscito in cui la soavità vocale di Jana Klein esplode attraverso nervosi scongiuri in una versione noise e alienata del Bianconiglio di “Alice nel paese delle meraviglie”. La title-track, Girouette, è una girandola ipnotica che avanza tra passaggi barocchi e quelle variazioni post-rock che confluiscono, in parte, anche nel perfetto epilogo Self-portrait, un’unica traccia che contiene le due facce della stessa medaglia.
Con i G.B.B. non sarai mai sicuro della prossima mossa e questo è un bene.
Miria Colansate per Mag-Music
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