Sono italiani… e chi se lo sarebbe immaginato? Dalla copertina, sino a quando le prime note dell’album s’impadroniscono di noi, si ha la sensazione che la band provenga da qualche polveroso e caldo stato americano.
Si parte quindi da questa piacevolissima sorpresa e dai primi brani notiamo anche che sia nei momenti più rock sia in quelli più intimi la band è sempre molto ispirata, il feeling rimane intatto, infatti, sia quando si parla dalla perfetta opener Cross-eyed Jesus sia quando ci gustiamo la rilassante Another Secret In The Sun, dove la voce del singer Ricky sembra proprio ci sussurri chissà quale segreto con una pacatezza sentita raramente. Ci si scatena poi con I Hope You’re Feeling Bad nella quale sentiamo la passione dei nostri verso band come i Deep Purple. Fino a questa traccia il lavoro è degno di nota in tutti i sensi, e tra l’altro si sentono anche momenti molto vicini al country rock blues di Zack Wylde dell’epoca “Pride & Glory”, e penso che anche il sound di una fantastica band come i The Black Crowes abbia avuto la sua importanza. Into The Wild raggiunge una carica emotiva figlia della psichedelica e del pathos dei Pink Floyd: i vari strumenti prima ci fanno da tappeto delicatissimo per tenerci sulle spine, poi si scatenano nel ritornello, le chitarre poi prendono il timone della barca e ci fanno letteralmente viaggiare.
Alla fine dell’ascolto siamo contenti per il contenuto del dischetto ma anche perchè pensiamo: i ragazzi non sono degli anni ‘70 e non sono americani ma sono dei nostri anni e sono italiani. Meglio per noi quindi!
Bloody Hansen per Mag-Music
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