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I Montezuma arrivano da Pesaro e suonano musica vecchio stampo, con le chitarre e la batteria. Hanno un suono impulsivo e primitivo che non appare mai stantio, ed è piuttosto pieno e massiccio.
Nel loro lavoro “Di nuovo lontano” richiamano fortemente sonorità stoner, post-rock, qualcosa che ci ricorda la visceralità dei Neurosis, melodie che attaccano lo stomaco senza lasciargli scampo che non peccano di mancanza di personalità.
Nell’epoca in cui internet si sostituisce alle vecchie riviste musicali, dove gruppi nascono come funghi Cardoncelli in Puglia e questi si somigliano tutti l’un l’altro, tanto da ristabilire il labile confine tra uguaglianza e similitudine, i Montezuma differiscono da tutto ciò, imponendosi con una propria personalità forte e riconoscibile, creando per questo lavoro sette tracce che si lasciano ascoltare tutto d’un fiato.
Ogni traccia prende il via sotto filtrati raggi di sole, gli stessi che poi precipitano nella freddezza rarefatta tipica del bacino ambient up to date creando atmosfere preziosamente ambient.
Ogni traccia è inevitabilmente legata all’altra creando un concept emotivo di cui ci sentiamo partecipi, come una storia di cui ci sentiamo protagonisti.
Fiore all’occhiello di quest’album è il contributo di Paolo Rossi e la Studio Waves; lo stesso vanta nel proprio curriculum alcune delle migliori ultime uscite quali, per citarne alcuni, Cosmetic, Soviet Soviet e Be Forest.
Eliana Tessuto per Mag-Music
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