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I più lo conosceranno per la sua recente partecipazione al tributo agli Scisma “Simmetrie, un omaggio agli Scisma“. Ma Andrea Carboni non è di certo nuovo al panorama musicale, se ci si focalizza sull’uscita dell’opera prima “La terapia dei sogni”, risalente al 2010, e biglietto da visita di un cantante autodefinitisi “(anti) pop”. E se per (anti) pop s’intende il tentativo di non basarsi necessariamente sulle classiche logiche di composizione di un brano, è evidente che questo trova spazio anche in “Sassi“, EP che segna una transizione che darà origine al futuro secondo album, la cui data di rilascio è ancora top secret. La serenata a due facce che emerge dall’ascolto di La migliore che ci sia, dove il drumming, dapprima concentrato soprattutto sui tamburi, si avvicina maggiormente alla più nota forma canzone, il sottile mormorio che si ode ne Il mio rumore bianco, la riduzione all’osso delle parole de Il male minore e il ritorno della controparte francese di Carboni stesso (Complicité), con tanto di contributo alla produzione di Paolo Mauri, confermano le innate capacità di questo musicista. Che alla Fondazione Achille Sclavo non potranno che fare solo del bene.
Gustavo Tagliaferri
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