.Hack//G.U. Last Recode – Recensione (PS4 & PC)

La saga di CyberConnect 2 torna a risplendere su Playstation 4 con una collection ricchissima. Ecco la nostra recensione di .Hack//G.U. Last Recode

  • Nome completo – .hack//G.U. Last Recode
  • Piattaforme – PS4, PC
  • Producer – Bandai Namco
  • Developer CyberConnect 2
  • Distribuzione – Digitale/retail
  • Data di uscita – 3 Novembre 2017
  • Genere – Action/RPG
  • Versione testata Playstation 4

Per festeggiare il 15° Anniversario della saga .Hack, Bandai Namco e CyberConnect 2 riportano in auge il franchise su Playstation 4 e PC con una collection dedicata interamente alla seconda trilogia nata nel lontano 2006 su Playstation 2, intitolata .Hack//G.U. Last Recode.

Una remaster di cui sentivamo strettamente il bisogno, dato che i videogiocatori europei all’epoca vennero completamente bistrattati da Bandai, che preferì pubblicare i tre volumi della saga solo in Giappone e sul territorio americano.

.Hack è sempre stata una serie un po’ bizzarra, iniziò la propria corsa in realtà già nel 2002 inaugurando un concept inizialmente di nicchia che emulava in chiave offline gli MMORPG che in quel periodo stavano cominciando duramente ad imporsi sul mercato dei videogiochi. Il concept realizzato da CyberConnect era un “gioco nel gioco”, con il giocatore reale (noi per intenderci) che vive la storia di un player collegato al mondo di The World.

Le dinamiche adottate dal team di sviluppo ricreavano perfettamente quelle atmosfere online e social che gli MMORPG stavano introducendo, con risultati su console davvero strabilianti. Se siete giovani e state leggendo le prime righe di questa recensione probabilmente starete già dicendo, “ma è scopiazzato da Sword Art Online!”. Beh in realtà la light novel di Reki Kawahara è una figlia un po’ illegittima ispirata direttamente (o forse indirettamente) proprio al franchise creato da CyberConnect, ma la trasposizione animata dell’opera gli ha concesso sicuramente più visibilità, contrariamente ad .Hack che vanta solo una nicchia di fan.

La collection in esame oggi è un tentativo per Bandai e CyberConnect 2 di rilanciare il brand con la sua seconda trilogia sicuramente più famosa, quella di .Hack.G.U per l’appunto. La trilogia era in origine composta da .hack//G.U. Vol. 1//Rebirth, .hack//G.U. Vol. 2//Reminisce e .hack//G.U. Vol. 3//Redemption, a questi si aggiunge ora un quarto volume inedito creato appositamente per questa collection intitolato .hack//G.U. Vol. 4//Reconnection.

Il pacchetto proposto da Bandai è quindi piuttosto ricco, varrà la spesa? Scopritelo nella nostra recensione!

Benvenuti in The World R:2

Il protagonista della storia è Haseo, un ragazzo poco affabile al gioco di squadra, che ha trascorso i suoi ultimi otto mesi collegato ai server proprio con l’obiettivo di cercare e sconfiggere Tri-Edge, il quale ha mandato in coma la sua amica Shino dopo averla sconfitta nel gioco. L’ossessiva ricerca trasforma Haseo in un pericoloso cacciatore di PK soprannominato dalla community “Terror of Death”.

L’incontro con Tri-Edge non si risolverà per il meglio, dato che oltre a sconfiggere Haseo, userà una skill illegale che gli formatterà tutti i dati di gioco riportandolo a livello 1. Ostinato, Haseo decide di ripartire da zero, ma imparerà presto a capire che la via solitaria in un MMORPG potrà avere si, i suoi pregi, ma comporta anche enormi rischi.

Quello che vi abbiamo riportato è a grandi linee solo l’incpit di una storia molto più ricca e sfaccettata composta da tanti personaggi, ma anche supportata da un notevole lavoro di sceneggiatura che non ha paura di prendersi i suoi tempi, infarcendo il racconto con un numero spropositato di dettagli che vanno ad approfondire ogni aspetto di The World. Da qui si evince la scelta coraggioso di spezzare la narrazione della storia in più volumi. Gli ultimi ad averci provato in questo senso sono stati i ragazzi di Falcom con la serie di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel.

Un vero mondo online

La mastodontica opera di CyberConnect 2 prima di essere un JRPG, mette in chiaro fin dai primi minuti che vuole essere anche una simulazione estrema della vita MMORPG. Nei panni di Haseo, avremo la possibilità di esplorare anche il client d’avvio di The Worlds, con tanto di forum ufficiali nei quali è possibile seguire varie discussioni fra i giocatori. E’ tutto molto scriptato, ma è un modo intelligente per gli sviluppatori di far percepire ai giocatori le atmosfere di un vero gioco di ruolo online, tanto che i vari utenti dialogheranno con una terminologia prettamente social.

E’ un lavoro di immedesimazione notevole, che a distanza di anni funziona davvero molto bene e se si è galvanizzati al punto giusto, il rischio di spendere decine di ore a leggere le discussioni orchestrate dagli sviluppatori nei vari forum è davvero altissimo.

Anche se sul fronte gameplay il feeling cerca di inseguire la moda degli MMORPG, mettendo a disposizione di Haseo un hub centrale nel quale potrà svolgere attività molto tradizionali che consistono nell’acquisto di equipaggiamento, la gestione della propria Gilda (si, anche quelle non mancano) oppure il più classico dei banconi per accettare nuove quest da portare a termine.

Avanzando con la storia Haseo instaurerà amicizia con tanti altri giocatori, i quali potranno successivamente essere aggiunti al proprio party mandandogli una richiesta. Per ovvie ragioni a volte alcuni potrebbero essere offline, oppure impegnati altrove con altri giocatori.



La gestione di un party è fondamentale, dato che come ogni altro MMO, una formazione bilanciata con classi ben amalgamate tra loro assicura molte più vittorie. Attraverso dei regali, o semplicemente delle conversazioni via email, Haseo può inoltre migliorare la propria affinità con i compagni di squadra. Per quanto riguarda la qualità effettiva delle quest, purtroppo fatta eccezione per quelle principali un po’ più elaborate, le secondarie sono proprio tipicamente da MMO, ed è persino il protagonista stesso a criticarle in più di qualche occasione, definendole noiose. I dungeons sono molto basilari, caratterizzati da un level design dozzinale basato soprattutto sui corridoi, molto simile ad altri JRPG dell’epoca come Persona 3 e Persona 4.

Il sistema di combattimento è basato su scontri in tempo reale: attaccando i nemici visibili nello scenario la zona dello scontro sarà delineata da una barriera che si frantumerà solo una volta conclusa la battaglia. Haseo potrà sferrare una serie di combo oppure parare, per poi arrestarsi temporaneamente lasciando il fianco ai nemici.

Consumando punti SP però è possibile sferrare una serie di abilità affidate ai tasti frontali. Con il giusto tempismo, approfittando dello stordimento del nemico, Haseo può anche sfoderare una variante delle proprie abilità che infligge un danno maggiore.

Parliamo di un combat system dell’era PS2, invecchiato bene, ma non benissimo. Gli scontri sono infatti piuttosto lenti e legnosi, e il livello difficoltà di alcune creature a volte risulta sbilanciato. Di buono c’è che salendo di livello, Haseo potrò migliorare e rendere sempre più variegato il proprio equipaggiamento, riappropriandosi del giusto titolo di Terror of Death.

Infine, da buon simil-MMO, è presente anche una modalità PvP accessibile grazie all’Arena, un luogo nel quale i giocatori mettono alla prova le proprie abilità formando delle squadre apposite per un massimo di tre membri ciascuno. Completando i vari scontri, singoli oppure a sopravvivenza, Haseo scalerà i vari ranghi della classifica, ottenendo premi sempre più succulenti.

Una remaster eccellente?

Il lavoro svolto da CyberConnect 2 per la pulizia del codice è davvero lodevole. La risoluzione dei giochi è stata potenziata a 1080p, e il framerate ora raggiunge i 60 fotogrammi al secondo, mentre sul fronte estetico gli sviluppatori hanno cercato di limare le sbavature grafiche, ma inevitabilmente il potenziamento della risoluzione mette in luce l’engine ormai invecchiato. A pagarne maggiormente sono gli scenari, ancora più piatti rispetto ai titoli originali.

Le migliorie grafiche più evidenti le troviamo soprattutto nelle spettacolari cutscene animate, che se già al tempo stupivano e mettevano in mostra le grandi qualità di uno studio come CyberConnect 2, in questa remaster brillano letteralmente di nuova luce sembrando dei veri e propri spezzoni saltati fuori da un grande anime giapponese.

I migliori inserti realizzati dallo studio li troviamo però nel quarto volume, essendo nuovi di zecca e realizzati appositamente per questa remaster in HD. Impossibile poi non lodare la meravigliosa colonna sonora di Chikayo Fukuda, eseguita in buona parte con il piano, ma che alterna anche pezzi più rock e dai toni epici per enfatizzare l’azione del gioco. Alcune sonorità inoltre ricordano, seppur vagamente, alcune composizioni di Yoko Shimomura per Kingdom Hearts.



Commento finale

.Hack//G.U. Last Recode è l’ennesima remaster in HD, ma questa volta dobbiamo concordare con Bandai e CyberConnect 2. E’ una collection necessaria di cui avevamo bisogno, un maestoso racconto ricco di colpi di scena, drammatico, ma anche epico al punto giusto. Non è certamente invecchiata benissimo, ma la saga di .Hack resta ancora oggi un geniale esperimento a metà tra il JRPG tradizionale e la simulazione di un mondo vibrante che unisce milioni di giocatori. CyberConnect ha saputo imbrigliare a suo tempo le qualità di questi due generi opposti creando un curioso ibrido. In un periodo nel quale tutti rincorrono la moda degli MMO, siamo sicuri che .Hack//G.U. non faticherà a ritrovare il suo posto sul mercato, e anzi, accontenterà sicuramente i fan dei JRPG più tradizionalisti.

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