Capcom Beat ‘em up Bundle – Recensione

Un tuffo nei gloriosi anni ’90 dei cabinati con il Capcom Beat ‘em up Bundle!

  • Nome completoCapcom Beat ‘em up Bundle
  • Piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
  • Producer: Capcom
  • Developers: Capcom
  • Distribuzione: Digital
  • Data d’uscita: 18 Settembre 2018
  • Genere: Raccolta di Picchiaduro a scorrimento
  • Versione testataPlaystation 4

Vivendo in un mondo fatto di online onnipresente, titoli complessi a livello tecnico e narrativo e console sempre più evolute è facile dimenticarsi del passato che ci ha preceduti. I veterani ricorderanno certamente i pomeriggi passati in sala giochi davanti ad uno schermo a risoluzione improbabile, con quattri tasti ed una levetta e tante, tante monetine da investire. Capcom ha deciso di regalare agli appassionati un revival di quei tempi, con una collezione di titoli rimasterizzati che hanno fatto la storia del videogioco moderno. Lanciamoci dunque nel Capcom Beat ‘em up Bundle, che comprende Final Fight (1989), The King of Dragons (1991), Captain Commando (1991), Knights of the Round (1991), Warriors of Fate (1992), Armored Warriors (1994) e Battle Circuit (1997)!

Sette perle in dieci anni

Il Bundle è composto da sette titoli iconici dell’epoca, ordinati cronologicamente, che altro non sono che una versione in alta risoluzione dell’originale prodotto a gettoni. Un comodo menu con la lista dei comandi sempre disponibile permette un accesso immediato ad ognuno di essi, sebbene le meccaniche base non siano affatto difficili da gestire.

Altra questione è invece il sapore retrò che pervade la raccolta, che fatica a trovare l’adrenalina di un tempo. Sapere di poter disporre di infiniti “continua” preclude in parte l’ansia da ultimo gettone, che era un tempo il sale dei cabinati. A questo, però, compensa l’autentico feeling che le remaster si portano dietro, essendo veri e propri pezzi di storia in HD, di cui alcuni mai giunti nel territorio nostrano. È dunque giusto spendere alcune parole dedicate a ciascun titolo, per rendere giustizia a ciò che furono.

Final Fight

Direttamente dal 1989, Final Fight è il primo della raccolta ed anche in senso storico, come successore dell’originale Street Fighter. In questo capitolo abbiamo il più semplice gameplay fra quelli proposti, con soli due tasti, e tre personaggi principali. Risulta il più macchinoso per via della sua età, ma sa ancora difendersi bene nonostante il passare degli anni, e l’effetto throwback anni ’80 non fa che contribuire al suo successo. Sicuramente una perla per gli appassionati, a cui è dedicato. Per i principianti, invece, è un buon punto d’inizio – specie con il personaggio di Cody, ben bilanciato proprio per questo target.

The King of Dragons

Cambio radicale di genere, due anni dopo Final Fight Capcom regala The King of Dragons, un beat ‘em up in stile fantasy, fortemente ispirato da Dungeons and Dragons. I cinque eroi disponibili ricalcano lo stile fantasy più classico, ed il comparto tecnico si evolve ospitando un rudimentale sistema di avanzamento a livelli, una sorta di antenato degli RPG. Preposta una buona giocabilità, il titolo risulta molto accessibile anche agli amanti del genere più recenti, che magari sono persino più giovani del titolo stesso, ed accompagna piacevolmente l’utente in una avventura breve ma intensa.

Captain Commando

Ed ora le cose si complicano, con Captain Commando. In un 2026 molto futuristico – per i canoni degli anni novanta -, il Commando Team si raggruppa per affrontare orde di nemici allo scopo di salvare il mondo. Passando per il Capitano (la cui somiglianza con il recente Soldato-76 salta all’occhio) abbiamo un ninja, un bambino con un robot ed una mummia aliena, abbiamo di fronte un gameplay turbolento pieno di armi e, per la prima volta, veicoli pilotabili. Nonostante l’allora poco eclatante successo, Captain Commando si difende bene con tutto il gusto del suo mix fuori di testa.

Knights of the Round

Si prosegue con un setting tutto nuovo: il ciclo arturiano, in cui compaiono gli emblematici Artù, Lancillotto e Percival, è il protagonista di Knights of the Round, quarto capitolo del Bundle. Gli eroi saranno quindi mandati ad affrontare orde di cavalieri nemici e boss altrettanto eroici, il tutto con una novità: la difesa! Sarà quindi possibile rendersi invulnerabili in una certa direzione – con apposita combinazione e recupero – per un piccolo lasso di tempo, limitando i danni subiti. Inutile dire che la profondità del gameplay cambia, sebbene non esponenzialmente, almeno in parte, rendendolo di fatto un titolo molto tattico. Decisamente una delle perle del Bundle.

Warriors of Fate

Anno seguente, 1992, e Capcom prova a buttarsi in un mondo completamente diverso: la cina dei grandi guerrieri. Qui il gameplay comincia davvero a stratificarsi, predisponendo anche il movimento a cavallo con dei comandi  dedicati. Sebbene il setting sia originale e l’evoluzione marcata, forse Warriors of Fate conquista di meno degli altri, pur essendo un titolo rispettabilissimo. I personaggi sono infatti carismatici, e la storia comincia a diventare interessante pur nella sua semplicità. Decisamente più consigliato a chi ne apprezza lo stile.

Armored Warriors

1994, l’anno decisamente più interessante per il titolo che lo rappresenta: Armored Warriors. Questa volta abbiamo a che fare con una minaccia proveniente da un pianeta apparentemente limitrofo alla Terra, Raia, dominato da un malvagio nemico ricorrente. Compito degli eroi sarà pilotare i loro mecha per sconfiggerlo, avvalendosi dei pezzi equipaggiabili lasciati dai nemici e che impattano pesantemente sulle prestazioni del nostro robot. Si passa dunque ad un gameplay stratificato e molto vario, che prescinde dal solo button mashing ed anzi, crea un buon presupposto di personalizzazione da parte dell’utente. Sicuramente il vincitore tra i titoli della collezione, anche grazie ad una buona narrazione degli eventi.

Battle Circuit

Ultimo ma non ultimo, nel 1997 ci troviamo dinanzi ad un ottimo prodotto in salsa humoristica. Battle circuit racconta in toni cartooneschi l’avventura di improbabili cacciatori di taglie alle calcagna del Dottor Saturn, il cattivo di turno. Il titolo, in quanto più recente, è anche il più complesso: dotato di un parco mosse molto espanso, vede anche una progressione basata su una valuta di gioco ottenibile finendo gli stage in maniere efficienti, che permette di sbloccare potenziamenti per i singoli eroi. Qui Capcom volle mostrare un sistema diverso per la prosecuzione della campagna, ottenendo così un buon prodotto che si avvicina molto allo stile picchiaduro più classico, con qualche tinta RPG.

Considerazioni globali

Il Capcom Beat ‘em up Bundle è dunque una buonissima proposta della software house per riproporre in chiave  casalinga le sue vecchie glorie, arricchendole di una grafica ottimizzata e di un multiplayer anche online. La possibilità di poter condividere sul proprio dispositivo la sregolata frenesia dei Beat ‘em up storici è divertente e rilassante, riuscendo a raggiungere bene l’obiettivo a cui mira: l’effetto retrò.

Commento finale

Il Capcom Beat ‘em up Bundle è uno sfizio che molti giocatori di una volta si vorranno togliere, una volta conosciuto il parco giochi che contiene. Rispolverare le vecchie glorie da cabinato è una piacevole chicca per gli appassionati e una meravigliosa scoperta per i neofiti, in grado di incollare allo schermo anche grazie al comparto multiplayer.

Certi titoli spiccano più di altri, ma nel complesso la raccolta di Capcom offre un buon revival di quello che fu, a conti fatti, la storia del suo picchiaduro a scorrimento, rimasterizzata per il mondo contemporaneo privo di gettoni – perdita che influisce, ma non sminuisce.

 

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