La rassegna stampa delle notizie di oggi da tutto il mondo.
Donald Trump cambia linea sulla soluzione a due stati per Israele e Palestina. Il 15 febbraio, in una conferenza stampa dopo l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente statunitense ha dichiarato di non avere preferenze sulla soluzione a uno stato o a due stati del conflitto in Medio Oriente, suscitando dure reazioni da parte dei palestinesi. Trump inoltre ha invitato Netanyahu a “tenere fermi per un po’ gli insediamenti” in Cisgiordania, dopo le forti critiche sollevate dalla legge sulle colonie approvata di recente dal parlamento israeliano.
Arrestata una seconda donna in relazione all’omicidio di Kim Jong-nam. Il 15 febbraio la polizia malese aveva fermato una ventottenne con passaporto vietnamita accusata di aver avvelenato il fratellastro del leader nordcoreano. Oggi gli agenti hanno arrestato una seconda donna, in possesso di un passaporto indonesiano, che è stata identificata attraverso le immagine delle telecamere a circuito chiuso dell’aeroporto di Kuala Lumpur, dov’è avvenuto l’omicidio. Intanto è stata completata l’autopsia del corpo di Kim Jong-nam, ma non sono stati resi pubblici i risultati.
Andrew Puzder ritira la sua candidatura a ministro del lavoro degli Stati Uniti. Puzder ha fatto un passo indietro alla vigilia dell’udienza di conferma, dopo aver perso l’appoggio di vari senatori repubblicani. La sua nomina da parte del presidente Donald Trump aveva fatto discutere perché Puzder dirige delle catene di fast-food, ed è contrario al salario minimo e alla regolamentazione degli straordinari.
Si apre ad Astana un secondo ciclo di negoziati sulla guerra in Siria. L’inizio dei colloqui nella capitale kazaca è previsto per le undici (ora italiana). Tra i partecipanti, la delegazione del governo siriano, quella dei ribelli e un’équipe tecnica delle Nazioni Unite. Se ai colloqui ci saranno dei progressi, la discussione potrà essere portata avanti nell’incontro di Ginevra del 23 febbraio. Il prossimo 15 marzo saranno passati sei anni dalle prime rivolte contro il governo di Bashar al Assad. Da allora nel paese sono morte più di 300mila persone.
Il Venezuela oscura la Cnn in spagnolo. Il governo di Caracas ha ordinato la sospensione delle trasmissioni dell’edizione spagnola del network con sede negli Stati Uniti. L’emittente aveva realizzato un’inchiesta sulla vendita illegale di visti e passaporti all’ambasciata venezuelana in Iraq. Due giorni prima della sospensione gli Stati Uniti avevano imposto sanzioni sul vicepresidente venezuelano Tareck El Aissami, accusato di narcotraffico.
L’assessore all’urbanistica di Roma Paolo Berdini si è dimesso. A comunicarlo è stato lui stesso in una nota. Dopo le polemiche per alcune sue dichiarazioni sulla sindaca Virginia Raggi, l’urbanista aveva rimesso il mandato, dimissioni respinte con riserva dalla sindaca. Stavolta però la rottura è definitiva e al centro della questione c’è il progetto per lo stadio dell’As Roma che la giunta si appresta ad approvare. La sindaca Raggi ha assunto temporaneamente le deleghe all’urbanistica.
Un’azienda finlandese vuole rimettere in produzione il Nokia 3310. Del piccolo e indistruttibile telefono cellulare, la cui versione originale fu ritirata dalla produzione nel 2005, sono stati venduti circa 126 milioni di esemplari in tutto il mondo. Ora l’azienda finlandese Hmd Oy Global vuole rimetterlo sul mercato.
L’India ha lanciato nello spazio un razzo con 104 satelliti. Il Pslv-c37 è partito questa notte, intorno alle 4.30 ora italiana, dal centro spaziale Satish Dhawan di Sriharikota, sulla costa orientale del paese. Secondo l’agenzia spaziale indiana Isro, è la prima volta che così tanti satelliti vengono messi in orbita in una sola volta. Nel carico erano compresi 101 nanosatelliti, dei quali 96 degli Stati Uniti. L’India è interessata allo sviluppo commerciale del suo settore spaziale.
Si sono dimessi 21 organizzatori dell’Eurovision. Hanno lasciato il loro incarico, tra gli altri, due produttori esecutivi, il direttore commerciale e il capo della sicurezza Oleksii Karaban. Gli organizzatori dell’evento, in programma a maggio a Kiev, in Ucraina, hanno accusato l’Eurovision di avergli impedito di prendere decisioni autonome sullo spettacolo.
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