Gli stessi ricercatori inoltre avevano creato tempo fa una pelle sintetica ottenuta dal grafene quindi in aggiunta a questa possibilità di animarla grazie ai raggi solari rende l’invenzione pressochè perfetta, infatti il grafene è la forma più flessibile della grafite, molto più resistente dell’acciaio e conduce con efficacia elettricità, inoltre è trasparente quindi rende ancora più facile la luce penetrarla e passarvi attraverso.
In un nuovo studio il dottor Ravinder Dahiya e i suoi colleghi del Bendable Electronics and Sensing Technologies (BEST) hanno descritto il loro lavoro:
La pelle umana è un sistema incredibilmente complesso capace di rilevare pressione, temperatura e struttura tramite un insieme di sensori neurali che trasportano segnali dalla pelle al cervello, ha spiegato Dahiya.
Io e i miei colleghi abbiamo già fatto passi avanti significativi nella creazione di prototipi di protesi che integrano pelle sintetica e sono in grado di misurare la pressione con elevata sensibilità. Tali misurazioni fanno sì che la mano protesica sia in grado di svolgere compiti impegnativi come afferrare correttamente materiali morbidi, un problema per altre protesi. Inoltre stiamo usando innovative strategie di stampa 3D per costruire protesi sensibili a buon mercato.
La nuova pelle richiede appena 20 nanowatt di potenza per centimetro quadrato, un valore facilmente ottenibile anche con le celle fotovoltaiche di peggiore qualità sul mercato. Un altro obiettivo è usare l’energia per i motori che muovono la protesi, in modo che diventi del tutto autonoma dal punto di vista energetico.
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