La rassegna stampa delle notizie di oggi da tutto il mondo.
Secondo l’Osce il referendum del 16 aprile in Turchia non ha rispettato gli standard internazionali. Secondo l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, il voto si è svolto in condizioni di disparità e “agli elettori non state fornite informazioni imparziali sugli aspetti fondamentali della riforma costituzionale”. Secondo Tana de Zulueta, capo della missione Osce, il referendum si è svolto regolarmente “in un numero limitato di seggi visitati dagli osservatori internazionali”, ai quali, in alcuni casi, è stato negato l’accesso. La posizione dell’Osce “è prevenuta e inaccettabile”, sostiene il governo turco.
Il presidente Recep Tayyp Erdoğan ha invitato gli osservatori a “stare al loro posto”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è congratulato con Erdoğan per la vittoria, senza esprimere riserve sullo svolgimento del voto. I risultati definitivi non saranno resi noti prima di dieci giorni, ma la commissione elettorale ha confermato la vittoria del sì con il 51 per cento delle preferenze. L’opposizione denuncia brogli, in particolare il conteggio delle schede senza il timbro ufficiale. Cruciale per la vittoria del sì è stato il voto dall’estero, dove ha superato il 60 per cento.
La Corea del Nord ha fallito il lancio di un missile balistico sulla sua costa orientale. Secondo fonti militari sudcoreane e statunitensi, il missile è esploso a pochi secondi dal lancio. Poche ore prima, durante la parata militare per il 105esimo anniversario della nascita di Kim Il Sung, Pyongyang aveva avvertito di essere pronta a rispondere agli Stati Uniti con un attacco nucleare. Nel frattempo il vice presidente statunitense Mike Pence è arrivato a Seoul, da dove partirà un viaggio di dieci giorni in Asia per confermare il sostegno agli alleati nella regione. Dalla capitale sudcoreana Pence ha dichiarato che il tempo della pazienza con la Corea del Nord è finito.
Un’esplosione provoca 126 morti tra gli sfollati sciiti alle porte di Aleppo, in Siria. Un’autobomba è esplosa il 15 aprile nei pressi un convoglio di autobus fermi nell’area di Rashidin, in attesa di entrare ad Aleppo. Secondo l’Osservatore siriano per i diritti umani, i morti sarebbero almeno 126, tra cui 68 bambini. A bordo degli autobus c’erano gli sfollati dei villaggi di Fuaa e di Kefraya, controllati dall’esercito siriano e assediati dai ribelli, e dei villaggi di Madaya e Zabadani, controllati dai ribelli e assediati dall’esercito di Bashar al Assad. L’evacuazione dei quattro villaggi era stata accordata il 14 aprile su richiesta delle Nazioni Unite.
Sciopero della fame dei detenuti palestinesi in Israele. Più di 1.500 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno cominciato uno sciopero della fame collettivo per protestare contro le condizioni di detenzione e le politiche di incarcerazione di massa dei palestinesi adottate dallo stato ebraico. La protesta è guidata da Marwan Barghouti, uno storico leader politico palestinese, secondo il quale nelle prigioni israeliane sono attualmente rinchiusi 6.500 suoi connazionali.
Un piccolo aereo precipita vicino a un supermercato in Portogallo. Cinque persone sono morte in un incidente che ha coinvolto un aereo da turismo, precipitato nei pressi di un supermercato a Tires, un’area residenziale una ventina di chilometri a ovest di Lisbona, in Portogallo. Quattro delle vittime erano a bordo del velivolo che nell’impatto ha ucciso una quinta persona.
La polizia russa arresta un uomo sospettato di aver partecipato all’attentato di San Pietroburgo. Abror Azimov, sospettato di aver istruito Akbarzhon Jalilov che ha compiuto l’attentato nella metropolitana di San Pietroburgo, è stato arrestato nella provincia di Odintsovo, non lontano da Mosca. Azimov è la nona persona arrestata nell’inchiesta relativa all’attentato che il 4 aprile 2017 ha causato 14 morti e una cinquantina di feriti.
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