Indumenti e accessori personali sempre più smart ovvero sempre più intelligenti, è il turno della maglietta “intelligente” creata da un gruppo di ricercatori del Canada in grado di controllare il nostro respiro in tempo reale senza l’uso di cavi o altri sensori attaccati alla pelle ma solo grazie a speciali fibre ottiche cucine nel tessuto.
Il segreto della maglietta intelligente sta in un’antenna di fibre ottiche cucita all’altezza del petto, che è cava: all’interno è rivestita con un sottile strato d’argento e al di fuori con un materiale che la protegge dall’ambiente esterno. Questa antenna controlla il respiro inviando poi i dati a smartphone o pc.
Quando la persona respira, le fibre ottiche riescono a percepire l’aumento della circonferenza del torace e il volume d’aria nei polmoni. Questi cambiamenti causano oscillazioni dell’antenna, sufficienti per monitorare il respiro senza essere in contatto diretto con la pelle.
Il gruppo ha anche testato la resistenza della t-shirt, sottoponendola a venti lavaggi: le fibre ottiche hanno resistito ad acqua e detersivo ed erano ancora perfettamente funzionanti.
Cambiando decisamente argomento si passa alla questione mortadella vegana la cua denominazione è attualmente fortemente osteggiata in quanto non piace che venga associata alla dieta vegana con questo nome. Quindi si alla salsiccia vegetariana ma non alla mortadella.
A ribellarsi è l’industria europea della lavorazione delle carni che richiede chiarezza sulla diffusione di denominazioni come speck vegetariano e bresaola vegana.
Il Clitravi, che ha cercato già una mediazione, senza successo, con l’industria alimentare Ue e l’Unione vegetariana europea, chiede all’esecutivo Ue che i nomi esplicitamente riferibili a carni (per esempio ‘manzo vegetariano’), tagli di carne (bocconcini di pollo), o nomi ordinari di prodotti a base di carne (prosciutto, salame, pancetta) la stessa protezione che i regolamenti Ue accordano ai prodotti lattiero-caseari.
La polemica dura da mesi, ha visto presentare anche un’interrogazione parlamentare, e sta dividendo alcuni paesi europei. In Germania, per esempio, l’industria alimentare vuole mani libere per puntare sul trend in crescita della carne ‘senza carne’, ma il ministro dell’agricoltura Christian Schmidt ha dichiarato guerra al ‘Wurst vegano’.
Gli italiani riscoprono la voglia di stare davanti ai fornelli e trascorrono in media un’ora e mezza per preparare i pasti durante il giorno, con un aumento del 20% del tempo rispetto allo scorso anno. E sono soprattutto i giovani maschi a indossare il grembiule per passione e svago e anche per stupire gli amici.
A sottolineare il ritorno di fiamma degli italiani rispetto a pentole e padelle, sulla scia di quanto facevano le nonne, è la Coldiretti su elaborazioni di una ricerca Ipsos. Per l’organizzazione agricola il richiamo della cucina è determinato da una maggiore attenzione degli italiani alla qualità dell’alimentazione e al suo impatto sulla salute.
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