Nino D’Angelo al San Paolo con “Il concerto 6.0”

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“È una festa tutta napoletana e piena di napoletani.”

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Nino D’Angelo – Concerto 6.0 locandina

Sabato 24 giugno Nino D’Angelo festeggerà i suoi sessant’anni con una meravigliosa festa per la città di Napoli al San Paolo, con Il Concerto 6.0, con numerosi ospiti Clementino, Gigi Finizio, Raiz, Enzo Gragnaniello, Rocco Hunt, Maria Nazionale, Luchè, James Senese, Sal Da Vinci, Fortunato Cerlino, Brunella Selo, Daniele Sanzone degli ‘A 67,  Franco Ricciardi e altri ospiti.

«Io penso che questo sia uno dei momenti più belli della mia vita, dichiara Nino D’Angelo in conferenza stampa. Sono molto emozionato per questo concerto, ringrazio il Comune di Napoli, il sindaco e tutti quelli che hanno aderito a questo mio sogno, dopo L’Olympia di Parigi, il Madison Square Garden di New York, l’Academy of Music di Brooklyn, o Londra negli anni ’80, luonghi in cui sono stato senza tradire mai la napoletanità che mi appartiene più di me. Io sono più napoletano di me.»

Una festa evento dove ripercorrerà tutta la sua carriera, i grandi successi popolari degli anni ‘80 “’Nu jeans e ‘na maglietta”, “Maledetto treno”, “Sotto ‘e stelle” e degli anni ’90, “Mentecuore”, “Nun te pozzo perdere”, “Carezza luntana” alle canzoni della svolta di Nino intellettuale, “Senza giacca e cravatta”, “Jammo ja’”, “Jesce sole”, etc.

«Nel concerto ci saranno tutti i Nino D’Angelo passati nella storia, continua il cantautore, però l’emblema del caschetto rimane, anche quando mi fanno le imitazioni, che mi divertono perché molto simpatiche, me le fanno con il caschetto, ovviamente, perché è rimasto negli anni il mio simbolo. Avrò tanti amici ospiti con i quali canterò le canzoni più recenti, mentre gli anni ‘80 li ho lasciati a me, perché sarà un momento in cui il pubblico duetterà sicuramente con me. Del Nino D’Angelo intellettuale, lo posso dire, non uso il termine impropriamente, perché mi hanno dato la licenza a Sanremo, mi hanno dato proprio la tessera, e comunque, per farmi un po’ di coraggio canto questi brani con tutti i miei colleghi che sono tra i più bravi cantanti napoletani, e alla regia ci sarà un mio grande amico Davide Iodice, da lui ho imparato molte cose, è stato anche il mio maestro di teatro. In questo spettacolo c’è una voglia di amicizia, che dobbiamo ritrovare tutti. Una voglia di stare insieme con tutti i miei colleghi, purtroppo, non ho potuto invitare tutti, a Napoli ci sono più cantanti che disoccupati. Sono ospiti rigorosamente napoletani, ho dovuto rifiutare qualche forte nome, per essere coerente. È una festa tutta napoletana e piena di napoletani.»

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Nino D’Angelo – Foto di Nicola Garofano

I brani dei duetti sono stati scelti da Nino D’Angelo, nessuno degli artisti ha fatto una richiesta specifica di cantare questo o quell’altro pezzo.

«È la prima volta che non trovo delle difficoltà, perché è sempre difficile fare qualcosa con gli artisti, a Napoli è ancora più difficile, risponde Nino D’Angelo a una domanda in conferenza. Io ho trovato una Napoli cambiata, non c’è stato un artista che mi ha imposto qualcosa, anche perché è il mio compleanno, il loro regalo è di duettare con me, e ciò è molto bello, mi sono divertito a cantare con delle voci meravigliose, perché a Napoli sono tutte voci belle, non c’è chi è meglio chi peggio, sono tutte voci bellissime

I brani con gli ospiti li svela direttamente Nino D’Angelo in conferenza.

«Farò un brano con Gigi Finizio, che si chiama “Bella”, che i napoletani dovrebbero ascoltare bene, perché è una canzone sulla nostra città. Una canzone molto sentita che ho scritto la sera in cui il Napoli andò in serie C, quindi, assai sentita. Con Sal Da Vinci, “Voglio penzà a te”, con Maria Nazionale, “Jamme jà” e “Lolita”, una canzone che a Maria piace moltissimo.  Con Clementino e Rocco Hunt, “Jesce sole”, insieme anche a Daniele Sanzone degli ‘A67. Con Franco Ricciardi e Luchè, “Brava gente” e, naturalmente, con Brunella Selo, “Senza giacca e cravatta”. Brunella è il mio strumento preferito, non è una voce, ma un vero strumento. Poi una bellissima cosa, che durante le prove, sembravamo tre veri scugnizzi, io, Enzo Gragnaniello e James Senese, faremo “E io te credo”. Se la facciamo come fatta nelle prove e Gragnaniello non dimentica le parole, sarà un momento bellissimo. Infine, canterò “Puortame cu te” tratto dalla colonna sonora che ho scritto per il film Falchi, di mio figlio Toni, che servirà a introdurre Fortunato Cerlino, protagonista di Gomorra e anche del film di mio figlio, che con me duetterà in “’A storia ‘e nisciune”che ho interpretato a due voci solo una volta, con Massimo Ranieri tanti anni fa, che parla di uno scontro tra il boss e la sua coscienza, che presentai al Festival di Sanremo nel 2003. Spero di non aver dimenticato nessuno

«Ci sarà anche un omaggio a Pino Daniele, continua D’Angelo. Certo, avrei preferito fosse con me sul palco, però ci siamo tutti noi che lo abbiamo amato e che gli vogliamo bene e lo festeggeremo anche al San Paolo

Quella di Nino D’Angelo è una carriera straordinaria, la sua svolta musicale, dopo il famoso caschetto, ha fatto ricredere molti critici, portandolo nell’Olimpodei grandi artisti italiani, ma agli inizi non apprezzava molto determinate critiche.

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Nino D’Angelo – Foto di Nicola Garofano

«All’inizio della mia carriera, risponde Nino D’Angelo alla nostra domanda fatta in conferenza, forse ho sbagliato nel propormi, perché non bisogna incolpare sempre gli altri o i giornalisti. Io sono stato un grandissimo fenomeno negli anni ’80, che deriva da una sottocultura, il giornalista Goffredo Fofi parlava del proletariato. Noi, però, dobbiamo anche imparare a guardare sotto il look di una persona, la gente non guardava mai sotto il mio caschetto. Se chiedi a una persona di allora cui non piacevo, ti dirà che non ha mai ascoltato un mio disco, c’era già un pregiudizio appena dicevi il nome.

C’è stato qualcuno, invece, che veniva ai concerti solo per criticarmi. Quello che mi faceva innervosire moltissimo era Goffredo Fofi, scriveva parole per me incomprensibili o delle cose troppo difficili. Una volta, mi ricordo, scrisse: “Un Pierrot con una scheggia di luna in tasca”, ed io pensavo che mi avesse detto una cosa bruttissima, perché identificavo il Pierrot a un pagliaccio, e non a un personaggio emozionale. E mi criticava su alcune cose che non gli piacevano, non di me come persona, ma su alcune scelte professionali, io le accettavo pure, ma alcuni giornalisti non potendo parlare male degli altri artisti, appena ne avevano l’occasione, si accanivano su di me, divertendosi. Devo dire, però, anche la verità, io sono cresciuto pure grazie ai giornalisti, cioè uno come Goffredo mi ha fatto crescere, perché io volevo arrivare a lui, perché mi chiedevo: Tutti i giornalisti del mondo dicono delle cose positive su me, tranne lui. Quando Miles Davis disse che gli piacevano le mie canzoni, tutti i giornali, soprattutto quelli del Nord, mi scrissero ottime cose, anche se in passato per loro sono stato il terrone. Negli anni ’70 mancava poco che non mi facessero entrare nei ristoranti. Io ero proprio il terrone, non il napoletano che va al Nord.

Io so, quindi, come si può sentire uno che ha la pelle di colore diverso e vive di razzismo. Io ho subito un razzismo musicale ma anche un vero e proprio razzismo verso di me, ed è una cosa bruttissima. Il non sentirsi uguale agli altri è una cosa troppo brutta, per cui io l’ho subito come artista e come persona.  Grazie ai miei figli sono cresciuto tantissimo, ancora oggi, non mi vergogno di chiedere spiegazioni a mio figlio su qualcosa che non capisco e lui cerca di spiegarmela, quindi, io sono cresciuto con i miei figli e non è colpa mia se non ho avuto una grande cultura, perché la cultura è sempre della società. La cultura è un diritto.

Nella vita ho avuto la fortuna di conoscere persone importanti e parlando con loro ho affinato molte cose, pensate a quelle persone che non hanno la fortuna di non diventare Nino D’Angelo e vivono in questi posti, dove ho vissuto io, significa che la cultura non se la faranno mai e credetemi senza cultura, non si va da nessuna parte, battiamoci per questo

Questo progetto, Il Concerto 6.0, diventerà un dvd che uscirà in autunno prossimo, insieme a un disco nuovo e in più dodici brani con il titolo, I Miei Grandissimi Insuccessi.

Il palco sarà allestito sotto la  Curva B  e il costo del biglietto è un prezzo volutamente popolare.

“Il CONCERTO 6.0”: Sabato, 24 giugno 2017

Stadio San Paolo di Napoli

Dalle ore 21

Costo biglietti:

Prato – euro 25 + 3 (diritti di prevendita)

Curva B – euro 20 + 3 (diritti di prevendita) 

I biglietti sono già disponibili sui circuiti tradizionali e on line di prevendita; è possibile acquistarli anche presso il botteghino della curva B dello stadio San Paolo (apertura: ore 9-13 .30 / ore 16-20) 

Info ai recapiti: 3342489392 / 3494977485 /3314838869

COME ARRIVARE ALLO STADIO SAN PAOLO DI NAPOLI

 In auto per chi viene da fuori Napoli:

Prendere la tangenziale e uscire a Fuorigrotta 

Dalla Stazione Centrale (piazza Garibaldi):

Fermata Stazione di Napoli – Campi Flegrei

Linea 2 metropolitana – Fermata Campi Flegrei

Ferrovia Cumana – Fermata Mostra

Autobus linea 151 Anm – Fermata piazzale Tecchio

Dall’aeroporto di Capodichino:

Prendere il Servizio Alibus fino a piazza Garibaldi (fermata Alibus) e poi il Servizio metropolitano F.S. Linea 2 con fermata a Campi Flegrei

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