Prometeo da Eschilo è il secondo appuntamento del Pompeii Theatrum Mundi al Teatro Grande di Pompei, tragedia greca che sarà in scena fino a stasera.
Adattamento, scene e regia di Massimo Luconi, con Luca Lazzareschi, Alessandra D’Elia, Monica Demuru, Gigi Savoia, Tonino Taiuti, musiche di Mirio Cosottini, fisarmonicista Vittorio Cataldi, installazione di Moussa Traore, costumi di Aurora Damanti.
Luca Lazzareschi è un convincente Prometeo incatenato, dall’inflessione vocale traspare tutta la sofferenza di questo dio condannato e inchiodato per volere di Zeus, perché il suo amore grande per l’umanità lo ha portato a rubare il fuoco divino per donarlo agli uomini, permettendo loro di sopravvivere.
Seguendo l’adattamento del testo da Eschilo di Davide Susanetti, Luca/Prometeo interpreta con grande pathos emotivo e intensità, per instillare al pubblico, passo dopo passo, la sua grandezza.
“Gli uomini erano come bambini – recita Luca/Prometeo – prima che io gli dessi la coscienza e il pensiero. All’inizio avevano occhi, ma non erano capaci di vedere. Sentivano, ma senza capire. Erano come ombre di un sogno. Prendevano tutta la vita a caso inconsapevolmente… vivevano sotto terra nelle caverne, al buio come le formiche. Non sapevano con certezza quando doveva arrivare l’inverno e la primavera con i suoi fiori, l’estate con i suoi frutti, facevano tutto senza criterio. Finché io non insegnai loro quando le stelle sorgono e quando tramontano e non è una cosa facile da capire…”
Eroe ma anche vittima, colpevole ma anche innocente. È il suo destino, ma anche il suo volere a non ribellarsi a chi detiene il potere. Questo ricorda cosa siamo oggi, vittime di subire un potere malato, condannati ai margini di una società più che corrotta.
E da spettatore impotente della sua vita, si avvicendano presso di lui figure mitologiche. All’inizio sopraggiunge il Coro, una strabiliante Monica Demuru, la sua voce incanta e sbalordisce il pubblico eseguendo brani in lingua greca. E che, con la sua dolcezza e sensibilità, interroga Luca/Prometeo sul perché e chi è stato spietato ad incatenarlo. Nonostante conoscesse il suo destino, dotato di profezia, Prometeo ha voluto comunque aiutare gli uomini.
Il Coro cerca di confortarlo, ma lui conosce un segreto per abbattere il potere di Zeus, ma non vuole rivelarlo. Il coro così chiede aiuto al padre, Oceano (Tonino Taiuti), affinché aiutino Prometeo a liberarsi dalle catene, ma viene respinto. Arriva la ninfa Io, interpretata da Alessandra D’Elia, straordinariamente brava, capace di sbarazzare il pubblico con la sua veemente interpretazione. Io sedotta da Zeus e trasformata in una giovenca da Hera, vaga per le terre con un tafano attaccato ai fianchi causando moltissimo dolore. Prometeo non può alleviarle il dolore, ma gli rivela che un suo discendente diretto sarà colui che abbatterà Zeus. Arriva Hermes (Gigi Savoia), che impone a prometeo di svelare il nome. Ma lui si rifiuta.
“Ah, il cielo luminoso, il soffio del vento, le sorgenti dei fiumi, lo scintillio infinito delle onde, la madre terra, il disco del sole che vede tutto: sono questi i testimoni che invoco! Guardatemi io sono un dio e guardate che cosa mi hanno fatto gli dei! Guardate che oltraggio devo subire, tormentato per un tempo infinito!”
Prossimi spettacoli del Pompeii Theatrum Mundi
5 > 6 luglio
ANTIGONE. UNA STORIA AFRICANA
di Jean Anouilh
regia Massimo Luconi
produzione Terzo piano teatro
14 > 16 luglio
LE BACCANTI
di Euripide
regia Andrea De Rosa
produzione Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
22 > 23 luglio
FEDRA
di Seneca
regia Carlo Cerciello
produzione INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico-Fondazione Onlus
Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 20.30
Foto: Ufficio stampa.
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