Ecco la rassegna stampa con le principali notizie di oggi da tutto il mondo.
Il produttore cinematografico, Harvey Weinstein, coinvolto in uno scandalo di molestie sessuali, è stato licenziato dalla società che ha co-fondato con il fratello, la “The Weinstein Co.”, in seguito a nuove informazioni emerse circa la sua condotta. Lo ha annunciato il board della società. A scoperchiare lo scandalo il New York Times, che ha raccolto varie testimonianze nel corso di 30 anni, tra cui quella di Ashley Judd e Rose McGowan.
Potrebbe essere la trama di uno dei tanti film che la vedono come protagonista, ma questa volta è tutto reale. La popolare attrice Angelina Jolie era pronta a tendere una trappola romantica a Joseph Kony, sanguinario signore della guerra ugandese, che nel 2005 fu condannato per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale. La rivelazione emerge dalle email scambiate fra la diva hollywoodiana e Luis Moreno Ocampo, il procuratore generale del tribunale de L’Aia.
Uno dei fratelli di Ahmed Hanachi, il killer di Marsiglia, che il primo ottobre ha ucciso due ragazze di 17 e 21 anni, è stato arrestato a Ferrara. Il 25enne, Anis, è stato bloccato in città dalla Digos di Bologna, su disposizione della procura antiterrorismo di Roma in esecuzione di un mandato di arresto europeo. E’ accusato di partecipazione ad associazione terroristica e complicità.
Il vicepresidente Mike Pence ha abbandonato lo stadio durante la partita di Nfl tra i San Francisco 49ers e gli Indianapolis Colts, dopo che alcuni giocatori si sono inginocchiati all’inno nazionale. Una protesta simbolica contro la violenza della polizia ai danni delle minoranze razziali. “Ho lasciato la partita perché il presidente Trump e io non onoreremo alcun evento che non rispetta i nostri soldati, la nostra bandiera o il nostro inno”, ha detto.
Roberto Di Matteo, il giornalista italiano in carcere in Venezuela, è stato rilasciato. Lo ha reso noto l’Sntp (Sindicato Nacional de Trabajadores de la Prensa). Liberati anche il collega svizzero Filippo Rossi e il venezuelano Jesus Medina. I tre stavano realizzando un reportage sul carcere Tocoron, il penitenziario dello Stato venezuelano di Aragua, dove la violenza è quotidiana e il controllo delle guardie carcerarie scarso.
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