La signorina Charlotte Hatherley è, da qualche tempo, impegnata nella sua carriera solista. Prima parallelamente alla sua attività con gli Ash (tre album registrati con loro), dopo, nel 2006, impegnata solo con se stessa, visto l’abbandono del gruppo. Nel corso di cinque anni ha dato alla luce tre album: “Grey Will Fade” del 2004, “The Deep Blue” (registrato al Red House Studio di Senigallia) del 2006 e il recente “New Worlds”. Quest’ultimo una rivoluzione: sia per il nuovo look della chitarrista (un bel caschetto rosso), sia per la scelta stilistica musicale (il pop, però sempre visto dall’ottica dell’ Hatherley).
Forse è questa la ragione per la quale “New Worlds” è una produzione perfetta, senza sbavature.
Un disco che sa alternare diversi momenti e stili: dal rock ipnotico dell’opener White al frammento acustico di Wrong notes, dalle atmosfere dolci ma violente stile Pixies (periodo “Doolittle”) di Straight Lines fino alla ballad (?) dal sapore invernale Firebird, un curioso siparietto, un qualcosa che non ci saremo mai aspettati da Charlotte Hatherley. Mezz’ora di musica e quella maledetta voglia di premere “play” quando si esauriscono tutte e dieci le tracce.
Charlotte, “New Worlds” è il tuo disco migliore? Mi sa proprio di sì.
Marco “C’est Disco” Gargiulo per Mag-Music
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