Questa sera l’appuntamento per tutti gli appassionati di musica inglese è davvero immancabile.
Come perdersi uno dei capostipiti della musica made in UK?
Infatti, i Magazzini Generali sono più gremiti di quanto potessi immaginare, c’è grande attesa per il ritorno del “King Monkey”.
Vent’anni di carriera tra i mitici Stone Roses e sei album da solista che spaziano dal brit-pop all’elettronica, sfiorando hip-hop e trip-hop. L’ultimo album intitolato “My Way” piace a tutti, critica e fans e non c’è niente di meglio che celebrarlo in sede live.
Ma tutto svanisce quando le luci in sala si spengono e si accendono quelle sul palco.
Non è serata! Si capisce subito dall’iniziale Crowing Of Thr Poor: la voce del nostro eroe è fuori tempo, fuori forma e scorrendo la set list dei pezzi, la situazione peggiora soltanto. Il momento peggiore è Fools Gold, dal repertorio Stone Roses, confusa e moscia che sembra non finire mai.
La delusione è piuttosto palpabile in sala e anche sul palco la cosa è percepita e non aiuta nessuno.
La platea è pure ben disposta e gli applausi non mancano, non c’è però un vero e proprio coinvolgimento tanto che in alcuni momenti Ian smette persino di muoversi e porta a termine ottanta minuti di uno show piatto che lascia l’amaro in bocca.
Che non fosse l’ugola d’oro del brit sound ne eravamo tutti consapevoli ma vederlo così fuori di giri lascia stupiti e non sono pochi quelli che dopo metà set abbandonano mestamente le prime file, mentre qualcuno guarda ripetutamente l’orologio.
Si esce dai magazzini con lo stesso spirito e le stesse facce di chi ha perso la finale di coppa e così è.
Dello show salverei solo la band che ha suonato e “tenuto botta” senza mai mollare e alzare la testa ma inutile dire che seppur impeccabili sono poco più che dei comprimari, il palco era tutto per Ian Brown e fuori gioco lui è stato un’agonia.
In definitiva: no, Madchester non è a pochi km da qui. E’ lontana vent’anni e si sentono tutti.
Daniele Bertozzi per Mag-Music
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