Edo, all’anagrafe Edoardo Cremonese, è un “nuovissimo” cantautore da tenere assolutamente d’occhio. Ho messo le virgolette perchè, nonostante i suoi 23 anni, sono anni e anni che Edo suona in giro per la nostra penisola: prima con gli Isterica, poi con Gli Edo ed ora è rimasto solo lui, con la sua chitarra acustica e le sue divertenti avventure. Coraggiosamente, aggiungo io. Ha lasciato la sua amata provincia padovana per raggiungere Milano e farsi notare. E in un qualche modo, ce la sta facendo.
Ecco il suo nuovo lavoro, intitolato “Naso a tramezzino” EP: quattro tracce che racchiudono l’essenza di Edo, le peculiarità della sua musica e ciò che lo rende unico nel suo genere. Un incrocio tra Bugo e Dente? Forse, ma è meglio ascoltarlo con attenzione, prima di paragonarlo ad altri.
Inizia con Naso a tramezzino, che racconta di una storia nata su Facebook e che strappa un sorriso quando si arriva a “ora ho capito a chi assomigli / sei uguale a Lois dei Griffin”. Edo canta come un universitario tipo, soprattutto in Coinquilino Fernando: canta di feste di Erasmus, di bere e fumare troppo, di ritrovarsi a dormire con sconosciuti. Il pezzo migliore, nonchè il più particolare, è Frullatore d’acqua dolce, che presenta un tributo ad uno dei più grandi comici italiani, Antonio Albanese. Ma anche l’ultima traccia è molto valida, Sommelier, che a livello di contenuto si lega un po’ alla prima, con l’aggiunta di un buon vino a coronare l’incontro: “sa di bosco, ha un retrogusto rosato / alla vista appare molto forse troppo delicato / ricorda un po’ lo Chardonnay, le foreste di Montpellier / a me sostanzialmente questo vino fa un po’ sboccare / però va giù che è un piacere un po’ come la mia nazione”.
I suoi testi rispecchiano il pensiero del giovane medio, tra un appuntamento e una sbronza, tra una festa e una delusione, tra il fare e non fare. Un album onesto, bello, da ascoltare e cantare mille volte.
Edo uno di noi, che altro si può dire?
Michela “Mak” De Stefani per Mag-Music
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