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Nei posti più bui e chiusi del nostro animo, c’è qualcuno che suona. Dal canto mio, preferirei che quest’oscura colonna sonora fosse suonata da Lili Refrain, “OneWomanGuitarBand” proveniente dalla Capitale.
Il suo debutto ufficiale, “9”, è un disco strano, un qualcosa che sfugge alle normali e scomode classificazioni. Articolato in tre sezioni (“Invocazione”, “Iniziazione” e “Incantesimo”), la nostra Lili ci porta per mano nei territori oscuri della sua arte: isolazionismo e virtuosismo chitarristico, loop e esplorazione della voce come uno strumento. Un paragone che viene da fare, per via dell’uso delle sovraincisioni chitarristiche e per le atmosfere angoscianti, è quello con le composizioni di Akira Ayamaoka, responsabile degli incubi sonori del celebre videogame “Silent Hill”. Degno d’importanza anche lo splendido packaging in cui è avvolto questo lavoro (stampato in sole 333 copie).
Un lavoro coraggioso e importante. Sentirete parlare presto di Lili Refrain.
Marco Gargiulo
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