Uno dei quei dischi “da vivere” e non solo da ascoltare.
Se siete alla ricerca di un post ipnotico e pieno di atmosfera, allora i Dakota Days fanno per voi.
Ma non c’è solo questo all’interno del lavoro: non mancano richiami alla new wave più ballabile, come in Planet of the apes, e qualche elemento vicino a quell’indie-pop tondo ed elegante che affiora in Love boat.
Il disco è ben curato e ben studiato, in tutta la sua lunghezza non c’è un solo momento che sembra un riempitivo e sa tenere alta la concentrazione dell’ascoltatore, che deve cimentarsi con un duo davvero ispirato.
Certo, non c’è nulla di nuovo negli arpeggi di Atumn e Without a stone, ma tutto appare così estremamente azzeccato, tanto da dimenticarsene subito. Ci si lascia dolcemente trasportare da atmosfere impalpabili ed emozionanti, dove persino una rivisitazione di Slow di Kylie Minogue non appare fuori contesto, bensì un delizioso divertissement.
Un album pronto a insinuarsi nella vostra discografia senza che ve ne accorgiate!
Daniele Bertozzi per Mag-Music
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