Prendi lo shoegaze, mettigli un abitino carino, colora tutto con delicate tinte pastello e qualche screziatura di colore dalle tinte più forti. Fatto? Bene, ora mettilo nel bel mezzo di un inquietante paesaggio sconosciuto.
“Wish You Were a Pony” è il primo LP di Lisa Masia e Marina Cristofalo (già collaboratrici di Battiato). Un album dal sapore nordico e sperimentale con tante sfumature che lo portano a esplorare l’indie pop più giocoso fino a momenti decisamente psichedelici. Retro in apertura è quanto ti aspetteresti dopo la aver visto la copertina e letto il titolo del disco. Ma è solo una sfaccettatura del lavoro, infatti Crabs e Aquarium’s Key danno già una visione più acida e sbilenca, fino ad arrivare al goiello A Lost Cause che rimanda a echi e aperture in perfetto stile Stone Roses.
La seconda metà del disco è decisamente meno giocosa e un’atmosfera malata e sinistra prende il sopravvento. La voce elegante e delicata si trasforma in un richiamo tanto irresistibile quanto pericoloso e il cielo si rannuvola. Solo più in là Hinding Under Water ci ricorda che potrebbe andare tutto bene.
Trovano spazio anche due episodi in italiano: La mattina prima di andare a letto e Su. In realtà poco cambia se non la lingua, non si notano particolari differenze tra i pezzi in inglese e questi due brani.
Il disco termina con Angry Lullaby, che racchiude tutto l’essere di questo lavoro, quasi come a ricordare tutto quello che è successo nelle precedenti dieci tracce.
Credo che per una volta si possa parlare di sperimentazione in modo appropriato. Senza il rischio di cucire etichette a nessuno. Se non per qualche influenza di rimando, “Wish You Were a Pony” è una vera e propria esplorazione dei sottoboschi sonori che è appena incominciata e potrebbe portarci ovunque.
Daniele Bertozzi per Mag-Music
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