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Voce graffiante e arrangiamenti ben costruiti, sempre in crescendo, sono i punti di forza di questo bel lavoro che è “A Creature I Don’t Know”, quasi una rivendicazione di forza e indipendenza artistica della giovanissima cantautrice anglosassone.
Capelli biondi e fattezze angeliche, la Marling, in realtà, sembra proprio un osso duro, determinata e risoluta come le dieci tracce che compongono questo terzo e maturo lavoro. D’altronde occorre non poco coraggio per proporre, alle soglie del 2012, un cantautorato folk con vene nostalgiche come questo e, al contempo, non scadere in facili cliché; ma che l’artista in questione ci sappia fare è evidente immediatamente, sin dall’apertura graduale e incalzante di The Muse.
Tema centrale dell’opera è il legame ancestrale fra eros e thanatos, amore e morte che si corteggiano e scontrano costantemente, in una danza rabbiosa come quella che campeggia nella copertina del disco o come la stupenda coreografia che accompagna il videoclip di I Was Just a Card. Ma, ovviamente, in tanta grinta, non mancano momenti d’intimità (per lo più sofferta) che culminano in The Beast e nella successiva e delicata Night After Night, con i suoi echi malinconici, ricordo di tempi passati.
Il timore di dischi piatti e banali viene, così, spazzato via da questo LP ben strutturato e onesto, con il quale la bella folk-singer d’oltremanica dimostra d’aver raggiunto un ineccepibile splendore artistico.
Annachiara Casimo per Mag-Music
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