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Dylan Carlson, ormai si sa, è uno di quegli artisti che divide e spiazza. C’è chi lo venera come il più grande genio della musica esistente sulla terra e chi lo trova di una noia ammorbante. Altri ancora lo ricorderanno semplicemente (e ingiustamente) come “quello che ha regalato a Kurt Cobain il fucile con cui si è suicidato”. Come sempre “in medio stat virtus”, e se da una parte il buon Carlson è certamente un artista di livello, dall’altra i suoi lavori, soprattutto nella seconda reincarnazione degli Earth, certamente non sono di facile “digestione”.
“Angels of Darkness, Demons of Light II” non è altro che il sequel dell’omonimo album pubblicato dagli Earth un anno fa. Nelle intenzioni di Dylan, questa seconda parte dovrebbe rappresentare la parte più buia e oscura del repertorio della band. Certamente questi due aggettivi ben si adattano alle caratteristiche dei cinque brani (per quarantacinque minuti di durata) contenuti nel disco. Ma “buio” e “oscuro” non sono assolutamente sinonimo di estremismo o di metal. Semmai, il termine più adattato per definire questo platter è “minimalista”. Suoni ovattati, essenzialità negli arrangiamenti, psichedelia a go go e reminiscenze country folk sono ciò che la band statunitense offre su un piatto d’argento ai propri ascoltatori. Il risultato è certamente pregevole, soprattutto se consideriamo la qualità dell’apporto offerto dal violoncello di Lori Goldston (che suonò nell’MTV Unplugged dei Nirvana, tanto per intenderci) e l’atmosfera sciamanica che conduce l’ascoltatore in un trip lungo tre quarti d’ora.
Conciliante ed estraniante, questo secondo capitolo della band certamente convincerà i fan più accaniti della band e non mancherà di avvicinarne altri, curiosi di approcciare la trance fatta musica (e per trance non intendiamo il genere elettronico, sia chiaro). I detrattori ci saranno così come si faranno sentire coloro che rimpiangono i suoni distorti di un tempo. Ma tant’è, questi sono gli Earth di oggi e questa è la strada di Dylan Carlson nel 2012. Pronti a seguirlo?
Livio Ghilardi per Mag-Music
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