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“Il vento non è dispettoso, dispettose sono le ventate. Il vento interlaccia e cava le foglie, senza il coraggio di affrontarlo ti fa girare intorno“.
Ritornare alla vita reale, dopo un sogno ad occhi aperti come “Attento a me stesso“, si è rivelato essere piuttosto arduo da compiere per Alessandro Fiori, non tanto per il sofferto abbandono di quell’universo da lui tanto recepito con tale album, quanto per la scelta di allontanarsi dai Mariposa, a poco tempo di distanza dall’ottimo “Semmai Semiplay“. Ma, si sa, la vita continua, e lasciata una strada ci si concentra maggiormente su un’altra. La stessa che fa intuire che settembre non è poi così lontano per chi sta aspettando il rilascio di nuove canzoni, lasciando come anticipazione questo EP, intitolato proprio “Questo dolce museo“. Cambiano i luoghi, cambiano le atmosfere, ma Fiori non si trattiene dal proporre di tutto: da Il vento, brano dai synth ballonzolanti che farà parte del prossimo full-length, all’outtake acustico La vigna, da Io amo Gesù, movimentata ballata simil-natalizia (con tanto di ossessionato Jingle Bells in sottofondo), agli inediti L’airone e E quando tutte le stelle, la prima la continuazione rapida e videoludica de Il vento, la seconda un breve eco delle fantasie del 2010.
Un pugno di brani di cotanto genere è il giusto modo di ammazzare il tempo, a proposito di un personaggio i cui sogni oggi hanno un aspetto e un contenuto differente, ma non cessano di sublimarsi in composizioni allettanti.
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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