Shin Gundam Musou: la nostra recensione

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Torniamo dopo diverso tempo a pubblicare una recensione dedicata al mondo videoludico di Gundam. Il protagonista di oggi sarà l’ultimo arrivato della saga nata dalla mente di Tecmo Koei, Shin Gundam Musou, altro che conosciuto con il nome di Gundam Dynasty Warrior 4.

Sviluppato da Koei con la collaborazione di Omega Force e pubblicato da Namco BandaiShin Gundam Musou prosegue senza scrupoli la lunga strada di critiche e polemiche che hanno caratterizzato i suoi predecessori. Iniziamo con l’anticiparvi che il gioco non apporta alcuna novità realmente sostanziale al gameplay. Oltre ad un maggior numero di nemici a schermo ed un roster di Mobile Suit a dir poco sorprendente, questo nuovo episodio di Dynasty Warrior dedicato a Gundam non ci ha convinti del tutto.

Almeno questa convince in pieno...

Il robot Bianco che non cambia mai

Untitled Zero

Le animazioni di alcuni Mobile Suit sono a dir poco splendide

Le basi che hanno portato al successo di questo franchise in Giappone sono per lo più da attribuire alla saga madre dedicata alle imprese storiche della Cina e del Giappone feudale. Gundam non è l’unico brand ad essersi tramutato in un picchiaduro Musou, One PieceHokuto no Ken hanno seguito la medesima strada, anch’essa tracciata da inesorabili critiche dovute alla ripetitività di un gameplay che dopo anni non accenna a migliorarsi.

One Piece Pirate Warriors 2 non è stato accolto molto bene da noi, duole dirlo ma anche Shin Gundam Musou non godrà di tantissimi elogi in questa recensione. Quando abbiamo avviato l’applicazione dalla Live Area di Playstation VITA eravamo già premeditati su ciò che ci saremmo trovati sullo schermo. Le prime ore di gioco le abbiamo dedicate alla modalità Ufficiale, ovvero una serie di missioni che riprendono gli eventi più importanti visti nelle saghe dell’ Universal Century e della Cosmic Era.

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Il menù è abbastanza scarno di opzioni

Come al solito, le missioni dedicate alle storyline sono costellate da sotto-missioni abbastanza “noiose” da portare al termine. Per esempio: abbattere determinati obbiettivi sulla mappa, dirigersi in un punto stabilito per avviare un nuovo evento o scortare i propri compagni d’arme verso determinati punti prestabiliti. Se a tutto ciò aggiungiamo un livello di difficoltà annacquato e tarato per i giocatori non interessati alla sfida, il dado e tratto.

Gli sviluppatori non si sono quindi traditi, lasciandoci soli, con il tasto quadrato a completa disposizione contro eterne orde di Mobile Suit. A salvare la narrazione nella modalità Ufficiale, ci pensano, per fortuna, le varie scene d’intermezzo realizzate con una CG che ricrea perfettamente alcuni dei momenti più emozionanti visti negli OVA/Anime. La bellezza del titolo però si ferma qui, ritornando a malincuore nella sua più completa ambiguità costellata di punti morti. Mentre la modalità principale non vanta spirito di competizione, ad alzare lievemente un po’ il livello di sfida, ci pensa la Original mode. Tale modalità rappresenta un cross-over fra le varie saghe dell’universo di Gundam, applicando dialoghi originali e situazioni del tutto inedite fra i vari personaggi. Sarà proprio giocando a questa modalità che parte del gioco inizia finalmente a svelarsi. Ogni scenario vanta una serie di missioni da portare a termine.

Utilizzando l’apposito menù, potremmo modificare il nostro Mobile Suit applicando dei potenziamenti differenziati per rango A, B, C, D e S. Ognuno di questi schemi andrà combinato e realizzato dopo averne ottenuto i suddetti piani. Come ogni mecha che si rispetti, il pilota viene prima di tutto. Utilizzando una formula dei più classici giochi di ruolo odierni, ogni pilota sarà capace di guadagnare esperienza e punti speciali da spendere per acquistare skill (solo 6 possono esserne equipaggiate).

Tanti Mobile Suit, poca sostanza

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Saranno belli da vedere, peccato siano difficili da pilotare

Se c’è una cosa che attirò fin da subito la nostra curiosità e forse anche quella di voi lettori, è l’enorme numero di Mobile Suit e personaggi proposti da Tecmo. In totale abbiamo contato ben 100 e passa Mobile Suit, sbloccarli è l’unica vera sfida del gioco. Ogni missione presente nella modalità scenario, conta un totale di tre obbietti differenti. Portando a termine le sfide richieste,si otterranno delle “carte”. Queste carte rappresentano senza troppi indugi i veri elementi sbloccabili del titolo. Ognuna di essere viene rappresentata dal profilo di un pilota, Mobile Suit o semplicemente i partner con i quali creare tecniche full burst da impiegare in battaglia. Le combinazioni sono diverse fra di loro ed offrono una diverse varietà di tecniche. Ultima novità, forse la più richiesta dal secondo capitolo, è la possibilità di poter finalmente mettersi alla guida dei colossali Mobile Armor. Non temete, le promesse sono state mantenute, sono giocabili, però c’è un piccolo problema, sono praticamente ingiocabili. A causa di una telecamera, ormai  tallone di Achille di ogni Musou, giocare nei panni di questi colossi meccanici è una vera e propria impresa. Prima di tutto, non sono dotati di vere combo, ogni attacco si limita alla pressione del tasto quadrato, gli attacchi settatti sul tasto triangolo rappresentano una sorta di apripista nei gruppi di Mobile Suit, il danno è in questo caso abbastanza minimo. La potenza sarà anche più elevata, però a pagarne è la lentezza( su alcuni è addirittura mal bilanciata ).

Uno su tutti è lo Psycho Gundam MK II, forse il Mobile Suit più noioso e stressante da utilizzare nelle missioni che richiedono la testa di 1000 Mobile Suit. La grandezza del Mobile Armor è tale da creare numerosissimi problemi alla telecamera durante gli scontri più concitati. Il titolo è provvisto persino di una componente online, però a parte un breve aiuto durante l’ultimo scenario, la sua utilità viene ridotta al minimo, specie se andiamo ad analizzare i numerosissimi problemi di lag.

Lo schema di potenziamento è molto ispirato

Lo schema di potenziamento è molto ispirato

Colui che scrive questa recensione è un grande appassionato del genere Musou, un genere simile non vanta moltissimi videogiocatori in occidente, in Giappone è forse il genere più in voga degli ultimi anni. Peccato però che sulla scia di questo troppo successo, Tecmo sia costantemente decisa a non voler applicare un qualche ingrediente nuovo, capace di stuzzicare il giusto interesse. Shin Gundam Musou segna un grosso passo in avanti rispetto a quel Gundam Musou 3 a dir poco dimenticabile, peccato per alcuni passi falsi compiuti nella realizzazione delle missioni, troppo uguali e ripetitive fra di loro.

Quelle stuzzicanti novità proposte nel primo One Piece Pirate Warriors erano ottime per spezzare quel perenne ritmo di monotonia, perchè compiere di nuovo un passo indietro rispetto al passato? Con il franchise di Gundam, Tecmo potrebbe creare una simbiosi di generi davvero interessante, peccato che la voglia di innovare sia relativamente poca.

Aspetto tecnico

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La versione Playstation VITA vanta i medesimi contenuti con annesso cross-play insieme alla versione Playstation 3. L’aspetto tecnico e la resa grafica si attestano su uno standard piuttosto classico e non troppo esuberante per questo genere. Peccato però che certi Mobile Suit abbiano subito diversi downgrade sulla veste poligonale, in particolar modo i Mobile Suit mass production ( GM, Zaku, Nemo e via dicendo… ). Nonostante ci ritroveremo spesso e volentieri con un numero pari quasi a 1000 nemici è interessante notare come il gioco non perda definizione o cali di framerate.

Probabilmente l’ottimo compromesso con i modelli poligonali ha permesso una maggiore ottimizzazione del codice. Molto interessante, forse davvero da lodare a pieni voti, sono le animazioni dei Mobile Suit. Di tutti i 100 mecha presenti nel gioco, ognuno è dotato di uno strabiliante set di combo uniche. Le differenze fra Mobile Suit standard ed i Mobile Suit “importanti”, sono del tutto sparite, ora anche un GM potrà essere una perfetta macchina di distruzione.

 Conclusione

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Shin Gundam Musou non cambia assolutamente alcun canone del genere Musou, tanti Mobile Suit, tantissimi piloti da utilizzare ma in sostanza c’è davvero da fare. Missioni allo stremo della ripetitività, accompagnate da un pigro comparto online non bastano ad offrire mordente per poter proseguire il gioco. L’unico elemento potrebbe essere rappresentato dai vari sbloccabili, peccato che anche in questo caso, la ripetitività impiega pochissimo tempo a stancare il giocatore.

Buona come sempre invece l’ottimizzazione per un hardware portatile come PSvita, ormai capace di gestire qualsiasi tipo di produzione. Se siete fans del mondo di Gundam ed avete già giocato ai precedenti, vi consigliamo l’acquisto ad un prezzo budget, se non siete appassionati del genere, spostate il vostro interesse verso altre produzione.

VOTO: 6,5

🙂

– Un roster di Mobile Suit e piloti mai visto prima –

– Sviluppo dei personaggi e potenziamenti convincente –

– Ci sono alcuni brani tratti dalle opere animate –

– Più che buona l’ottimizzazione su Playstation VITA –

– Modalità Ufficiale fedele agli eventi delle serie animate nelle sequenze in GC…

🙁

…peccato che il gameplay non sia lo stesso-

– Modalità Ultimate troppo ripetitiva-

– Il grinding per gli sbloccabili è stressante –

– La gestione dei Mobile Armor è da rivedere sotto diversi aspetti –

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