Prey – Recensione

Prey. Quando Dead Space incontra Bioshock: si torna ad urlare nello spazio profondo.

Prey

  • Nome completo – Prey
  • Piattaforme – PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows
  • Producer – Bethesda Softworks
  • Developer – Arkane Studios
  • Distribuzione – Digitale / Disco
  • Data di uscita – 5 maggio 2017
  • Genere – Sparatutto in prima persona
  • Versione testata – PS4

 Talos I: la nuova frontiera dell’evoluzione umana

L’avvento del futuro umano ha luogo nello spazio. Per la precisione su Talos I, stazione di ricerca al largo della Luna. Intraprenderemo l’avventura nei panni di Morgan Yu (decidere il sesso del protagonista sta al giocatore): il nostro primo obiettivo è recarci via elicottero a completare una serie di facili test di controllo abbastanza fumosi. Ma qualcosa va storto: uno dei ricercatori viene attaccato e ci ritroviamo nella nostra stanza la mattina dopo, come se nulla fosse successo. È solo l’inizio di un incubo molto, molto lungo…

“Prey” è uno dei titoli di punta del 2017 per Bethesda, ed è stato sviluppato dai ragazzi di Arkane Studios già dietro ai due eccellenti capitoli della saga di “Dishonored”. Prima concepito come sequel del “Prey” targato 2006, progetto dallo sviluppo travagliato, l’incarnazione del titolo prende oggi vita e raggiunge gli scaffali dei negozi come vero e proprio reboot, recuperando dall’originale le atmosfere tetre e horror e parte della lore dell’originale. Ma niente saprà di già visto.

Prey

Neuromod: scegliere tra Umani e Typhon

Protagoniste del gioco quanto del gameplay sono le neuromod, fluidi applicabili direttamente nell’occhio tramite pratici aghi (ouch) che saranno il principale metodo di evoluzione delle skills del nostro avatar. La scelta sarà ardua, e inizialmente le neuromod sono davvero di difficile reperimento, garantendo un senso di terrificante impotenza al giocatore. Potremo  scegliere tra lo sviluppo di abilità umane che vanno dall’hacking alle abilità di riparazione all’uso delle armi, e più tardi addirittura apprendere le abilità della razza aliena dei Typhon.

L’intera (enorme) struttura di Talos I risulta del tutto esplorabile e dettagliatissima, realizzata in maniera superba. Esplorare sarà utile non solo al procedere dell’avventura e al vostro inventario, ma ripagherà inondando il giocatore di missioni secondarie tutte piuttosto interessanti e regalando fasi di tensione davvero degne di plauso. La torcia, come spesso accade nel genere, sarà un alleato indispensabile contro il buio e le creature che lo abitano. Diverso è il discorso per quanto riguarda le armi. Oltre alla fidata chiave inglese, procedendo nell’avventura Morgan incontrerà varie tipologie di arma da fuoco. Si va dalle classiche pistola silenziata e fucile a pompa, ad uno spara-dardi innocuo utile a distrarre i nemici… per arrivare ovviamente a più tipi di granata. La nostra preferita è quella riciclante, che permetterà di estrarre materiali utili alla fabbricazione di quanto ci servirà nel corso dell’avventura presso apposite macchine disseminate nelle aree della stazione orbitante.

Prey

Corri. Nasconditi. Prega.

Esattamente. Le parole dei tre teaser trailer di “Alien: Covenant” si addicono benissimo a questo “Prey”. Correre e nascondersi sarà in molti casi la sola possibilità offerta al giocatore. Morgan sarà sempre messo alle strette dal basso numero di proiettili sparsi nelle aree di gioco (comunque fabbricabili). C’è da dire che a questo clima di tensione e minaccia costante contribuisce però il principale neo del gioco. Ovvero? Ovvero il pessimo gunplay che caratterizza il titolo. Impossibilitato a mirare decentemente o essere preciso persino nei colpi da mischia, il povero Morgan Yu non è davvero in grado di reggere il confronto con i Typhon che affollano Talos I. Difetto non da poco, considerando che stiamo parlando, dopo tutto, di un FPS.

Questo “difettuccio” accresce non di poco la frustrazione forzata da certe situazioni di gioco più frenetiche della norma, soprattutto alle difficoltà più alte. Pad lanciati e schermi rotti sono abbastanza garantiti, dunque sappiate porvi un freno. O ingaggiate un parente/amico/animale domestico per afferrare al volo il vostro controller prima che vi sfasci la TV buona del salotto. Sommate a questo la prevedibilità di alcune scelte narrative nella vicenda ed avrete il quadro dei principali difetti del titolo. Nulla con cui sia impossibile scendere a patti, comunque…

Prey

Commento finale:

“Prey” è una magnifica opera horror sci-fi densa di azione e tensione, forte di una elevata longevità e sempre godibile. Purtroppo, soffre della “maledizione di Dishonored”: la trama è piena di spunti interessanti, ma gestita con svolte narrative prevedibilissime e poco entusiasmanti. Quel che resta è un adrenalinico sparatutto dove sparare è tutt’altro che consigliato. Ed un’atmosfera impagabile affiancata da una realizzazione tecnica di pregio.

Vi lasciamo al trailer del gioco. Buona visione!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.