Dragon’s Dogma: Dark Arisen – Recensione (PS4 & Xbox One)

Dragon’s Dogma: Dark Arisen approda su Playstation 4 e Xbox One. Ne avevamo davvero bisogno? Ecco la nostra recensione!

  • Nome completo – Dragon’s Dogma: Dark Arisen
  • Piattaforme – PlayStation 4, Xbox One, PC, PS3, Xbox 360
  • Producer – Capcom
  • Developer – Capcom
  • Distribuzione – Digitale/retail
  • Data di uscita  5 Ottobre 2017
  • Genere – Avventura/RPG
  • Versione testata – Xbox One

Boicottato da tanti prima ancora della sua uscita, ma amato alla follia da chi ha voluto crederci, Dragon’s Dogma: Dark Arisen è probabilmente una delle opere più controverse della scorsa generazione.

A cinque anni dalla sua uscita, Capcom prosegue sulla scia delle vecchie ripubblicazioni rilasciando anche su PS4 e Xbox One il suo peculiare RPG, con una remaster in HD che propone tutti i contenuti pubblicati in origine ad un prezzo tutto sommato convincente per dare l’opportunità a tutti di avvicinarsi e apprezzare le grandi qualità di un titolo ingiustamente bistrattato da tanti giocatori.

 Bentornati a Gransys

Dopo il breve tutorial iniziale, e creato il nostro avatar principale con il ricchissimo editor, ci ritroveremo nelle terre di Gransys. Il leggendario Drago Grimori si è risvegliato, e adesso sta seminando panico e distruzione in tutto il continente, fino a raggiungere il piccolo villaggio abitato anche dal nostro protagonista. La furia del drago rende tutti inermi, e neanche il nostro personaggio può nulla, tuttavia il suo coraggio non passa inosservato agli occhi della creatura, che decide di strappargli il cuore per trasformarlo nel leggendario guerriero noto come Arisen.

L’Arisen non è altro che l’antitesi che il Drago stesso genera nel momento in cui gli strappa via il cuore. Questo obbligherà il giocatore a viaggiare per l’intero continente alla ricerca della sua nemesi per riappropriarsi del suo cuore, e fermare la pericolosissima creatura leggendaria. Il plot di Dragon’s Dogma non è certamente originale, e l’avventura della questa principale vanta una durata persino più esigua rispetto ad altri RPG moderni, piazzandosi sulla ventina d’ore abbondanti. A questa si affiancano ovviamente numerosi compiti secondari e la presenza di un vasto mondo liberamente esplorabile (sfortunatamente solo a piedi…).

In questa versione è stata inoltre inclusa l’espansione Dark Arisen, che duplica la durata della campagna principale introducendo la pericolissima Isola di Nerabisso, un luogo raggiungibile dalla città iniziale di Cassardis dialogando di notte con la donna in nero al molo. Questa espansione è rivolta principalmente a coloro che hanno raggiunto il livello massimo, dato che si tratta di uno dei dungeon più pericolosi e ardui che si siano mai visti in un gioco di ruolo.

Il ritorno delle fidate Pedine

Il punto di forza di Dragon’s Dogma: Dark Arisen risiede senza dubbio proprio nelle sue curiose dinamiche di gioco, più attinenti a quelle di un action game, ma con una componente strategica e ruolistica assolutamente di rilievo e da non sottovalutare. Tra le capacità dell’Arisen troviamo infatti la possibilità di assemblare un party con le Pedine, uomini privi di volontà che obbediranno sempre ai suoi ordini.

Durante il suo viaggio il giocatore avrà modo di incontrare tante Pedine diverse, con annessa la possibilità di “noleggiare” quelle possedute dagli altri giocatori.

Il livello di personalizzazione è estremamente profondo, permettendo di costruire dei party strategicamente sempre variegati. Ovviamente come ogni gioco di ruolo, le classi di ogni Pedina e del giocatore saranno cruciali, quindi è consigliato scegliere sempre con attenzione.

Da questo punto di vista è ancora oggi lodevole il sistema ideato da Capcom che permette di cambiare presso le locande la propria classe in uso oppure di evolverla spendendo i punti abilità accumulati. Una caratteristica che inevitabilmente riporta alla mente il sistema dei Job visto nella serie Final Fantasy.

La nostra pedina personale, l’unica che potremmo creare da zero nelle prime fasi dell’avventura, potrà inoltre essere scambiata con altri giocatori. Nei mondi degli altri Arisen, questa accumulerà esperienza ma a volte porterà anche alcuni oggetti recuperati nel corso della sua avventura. Sono piccoli elementi da metagame che donano ulteriore colore alla produzione.

Soffermandoci sul combat system, il giocatore ha grande libertà d’azione e potrà impartire ordini al party in qualsiasi momento.

Anche se l’azione spesso rende gli scontri confusionari, possiamo definire ancora oggi Dragon’s Dogma uno dei migliori action RPG sulla piazza per come sperimenta certe meccaniche, ma anche per come spettacolarizza proprio i combattimenti. Il coinvolgimento degli sviluppatori di Monster Hunter offre tanto pepe agli scontri, rendendoli molto coreografici anche grazie al parco mostri composto da draghi, chimere, orchi e grifoni.

Immancabile anche la presenza del tanto amato Drago Primordiale, anche detto Drago di Ur. Si tratta della sfida più impegnativa del gioco, raggiungibile solo dopo aver completato la quest principale. Questo è situato nel Baratro dell’Eternità, nell’ottavo girone noto come Girone del Lamento, e raggiungibile dopo aver eliminato tutti gli Occhi Diabolici che si annidano nei sedici piani del Baratro.

La peculiarità di questo drago è che si tratta di una boss fight asincrona, e che quindi i nostri danni andranno sommati a quelli inferti dagli altri giocatori online. I fortunati che riusciranno a sconfiggere il Drago connessi alla rete avranno il raro privilegio di portarsi a casa l’armatura dell’Abisso, mentre in altri casi dopo una serie di danni volerà via lasciando un piccolo bottino composto principalmente da Cuori di Drago.

Il massimo del MT Framework

Come le altre produzioni Capcom della scorsa generazione, anche Dragon’s Dogma: Dark Arisen è stato realizzato con l’engine proprietario MT Framework. A suo tempo il titolo era solido e convincente dal punto di vista grafico, facendo affidamento anche ad un buon sistema di illuminazioni, ma lasciava spesso il fianco ad un framerate spesso poco stabile.

In questo caso Capcom ha potenziato la risoluzione a 1080p, e lucidato alcune texture sacrificando la possibilità di avere 60 fotogrammi quasi sicuramente poco stabili, in favore dei 30 che assicuriamo essere granitici. La realizzazione estetica delle creature è notevole, così come anche il loro design che attinge al fantasy classico.

Sempre notevolissima invece la colonna sonora, che alterna melodie molto tradizionali, spesso cupe, e brani dal sapore più nipponico. Le atmosfere in generale attingono molto dal dark fantasy, merito di una ricerca stilistica mirata e una paletta dei colori tendenzialmente spenta.

Commento finale

A cinque anni dalla sua uscita Dragon’s Dogma: Dark Arisen si riconferma uno dei migliori RPG sulla piazza per quanto concerne la direzione artistica, e il combat system. Permangono anche in questa versione alcune perplessità per quanto riguarda la macchinosa gestione dei viaggi rapidi, e le lunghe e tediose traversate a piedi tra una quest e l’altra. Parliamo di una riedizione vera e propria che lima alcuni problemi tecnici e grafici del gioco originale, senza apportare revisioni ad alcune meccaniche deficitarie.

Se non avete avuto l’occasione di provarlo durante la scorsa generazione, questa potrebbe essere l’occasione giusta per assaporare le atmosfere di un RPG divertente e profondo. Sperando che questa iniziativa apra le porte al tanto atteso sequel.

 

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