Insidia: Recensione

Il tempo prima pagina

I Bad Seed affrontano il mondo del pvp con Insidia, un moba free-to-play che strizza l’occhio a Overwatch, League of Legends e perfino Heartstone.

  • Nome completo – Insidia
  • Piattaforme – PC/Mac
  • Producer – Bad Seed
  • Developer – Bad Seed
  • Distribuzione – Digitale
  • Data di uscita – 27 Febbraio 2018
  • Genere – Moba a turni
  • Versione testata – PC

Il principio di Insidia dei Bad Seed è semplice: si parte dagli scacchi, si aggiungono botte, si tolgono pezzi e si mette tutto in una postapocalisse desertica e mutagena.
Una specie di incrocio tra Heartstone e League of Legends, uno scontro uno contro uno dove due squadre di quattro elementi vengono scelte da un roster inizialmente limitatissimo ma facile da espandere

I giocatori

Bad Seed è una compagnia di sviluppo italiana con al suo attivo tre ben giochi (quattro se contassimo anche Insidia) singleplayer: Sheepup dove una pecorina di gomma dovrà fuggire da scatoloni pieni delle trappole più disparate, Sleep Attack un tower defense che permette al giocatore di ruotare certe sezioni del campo di battaglia, e The Beggar’s Ride platformer in cui un barbone riceve i poteri di una maschera divina.
Insidia è il loro primo esperimento di pvp online ma la loro esperienza non affatto così scarna.

Le regole

Le partite sono molto rapide e l’alternanza tra “fase tattica” e “risoluzione” rende gli scontri spietati, spingendo i giocatori a pensare istintivamente al da farsi.
L’obbiettivo sarà entrare nella base nemica e attivarne uno dei tre nuclei, distruggendola immediatamente.
Per fare questo si dovrà ricorrere a tutti i trucchi possibili, dal pianificare una combo feroce sfruttando le varie abilità passive, fino all’usare il nemico come scudo dai suoi stessi attacchi. Complice un friendly fire onnipresente che, se tenuto da conto, potrà trasformare qualunque azione spettacolare in un suicidio pirotecnico (o il contrario).
Ogni giocatore ha a disposizione quattro eroi ma potrà utilizzarne solo uno alla volta, il quale verrà bloccato nel turno successivo. Per quanto suoni bizzarro questo sistema, in questo modo i giocatori devono pensare molto più strategicamente di quanto sembri, senza però rendere gli scontri delle specie di “acchiapparella”, in cui tutti vanno dappertutto ogni turno. La pecca in questo caso è che, anche se sotto il personaggio usato comparirà un simbolo a segnalarlo, non sempre è immediato da notare e ci si potrà ritrovare in situazioni tutt’altro che piacevoli o a non poter attaccare come avevamo pensato.

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Supporter c22-g11, scacco al tank

La scacchiera

Il campo di battaglia è un patchwork desertipostapocalittirovinealienico con inferenze chiaramente post-contemporanee…
…Più nello specifico:
La mappa di gioco è una griglia rettangolare piuttosto semplice, divisa specularmente in diagonale (Dota insegna): due templi dall’aspetto egitto-alieno faranno da basi, protetti da tre cancelli laser e con tre piattaforme di teletrasporto per giocatore, una croce centrale farà da pomo della discordia che, una volta mantenuto in proprio possesso per tre turni senza venirne scalzati, spara un raggio che distrugge uno dei tre cancelli. A quel punto potrete scegliere se eliminare attivamente gli eventuali corridori wannabe o aspettarli al varco col fucile spianato.

Sulla sinistra possiamo osservare lo sguardo concentrato di Garry Kasparov mentre osserva Deep Blue, sulla destra, pronto a fare la sua mossa

I pezzi

Il design dei personaggi porta con sé la radice stereotipica che le leggi di mercato continuano a propinarci con forza, volenti o nolenti: potremo incontrare la “cecchina solitaria”, il “mostro mutante”, il “nano” (con la maschera antigas usata come copribarba), “l’assassino samurai” con flauto, katana e braccio bionico, il “peluche” (perché la mascotte carina ci vuole sempre) e via dicendo. In loro difesa Bad Seed riesce a giocarseli in maniera più che accettabile sfoggiando una grafica cartoonosa ma pulita che strizza l’occhio a Overwatch. Ma soprattutto dotando ogni eroe di un’abilità passiva che lo renderà letale anche da fermo, costringendo l’avversario a pensare due volte a quello che vorrebbe fare… ma costringendo anche voi a farlo (il friendly fire onnipresente è DAVVERO onnipresente).
Insidia è popolato da tank, supporter e assassins che faranno ognuno il proprio dovere, muovendosi poco o attaccando in autonomia seppur con alcune carenze di design (il fucile della cecchina sembra un po’ una pistola ad acqua particolarmente elaborata). Il tutto si regge in piedi a sufficienza da fornire a ogni eroe un proprio background specifico e dettagliato che fa poi riferimento a una storia comune in sottofondo.

Ma il tempo non era relativo?

Il timer

Come in ogni partita di scacchi che si rispetti, si utilizza un timer, onde evitare che un giocatore si possa addormentare impunemente alla tastiera. Questo timer spingerà a decidere rapidamente il da farsi ma a volte è fin troppo facile sentirselo stretto, non tanto per la difficoltà nello scegliere attacchi e difese ricordandosi di tutte le abilità, le posizioni e i movimenti, quanto piuttosto per certi difetti grafici: le caselle di movimento sono tanto piccole da rendere difficoltoso cliccare nel punto giusto entro la decina di secondi assegnata. Perfino ruotare il personaggio o farlo attaccare in una certa direzione non sarà comodissimo e in generale la frustrazione sarà a un passo dietro l’angolo.

L’unica reale perplessità riguarda il respawn dei personaggi: una volta uccisi, infatti, sarà possibile rievocarli regolarmente da una delle tre piattaforme di teletrasporto, portandosi appresso un ben pesante fardello: ogni respawn distruggerà uno dei tre cancelli, favorendo l’avversario nell’attaccare. Tuttavia a volte capiterà che il vostro eroe venga respawnato senza costi e soprattutto senza conseguenze né controindicazioni di sorta.
Potrebbe benissimo essere un bug (ricordiamo che è ancora una beta) come anche una feature sulla quale il tutorial però non si esprime, in entrambi i casi respawnare un eroe è, per il momento, un po’ una scommessa.



Commento finale

Le idee sono buone, la realizzazione è onesta, il design è rodato. Purtroppo un timer è ansiogeno, mappa unica,  personaggi poco numerosi e la frustrazione che aleggia rischiano di minare l’esperienza. In pratica: è la beta di un gioco che aspetta solo di concludere il proprio sviluppo. Il suo unico problema sarà riuscire a far fronte ai colossi del genere ma il beneficio del dubbio non si nega a nessuno.

 

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