Cultist Simulator – Recensione

Un simulatore decisamente diverso dal solito. Ecco la nostra recensione di Cultist Simulator!

  • Nome completo – Cultist Simulator
  • Piattaforme – PC
  • Developer – Weather Factory
  • Producer  Weather Factory
  • Distribuzione – Digitale
  • Data di uscita  31 Maggio 2018
  • Genere – Gioco da Tavolo Virtuale

Cultist Simulator, rilasciato il 31 Maggio di quest’anno, è un gioco da tavolo in single player che combina una storia — e una scrittura — brillante a un sistema immediato e intuitivo. L’obiettivo del gioco è, come si potrebbe dedurre dal nome, quello di fondare una società dell’occulto, reclutare adepti ed evocare esseri appartenenti a piani d’esistenza superiori, fino a raggiungere la soglia del Mansus e, con un po’ di fortuna e tanto micromanagement, ascendere all’immortalità.

“Il Bosco cresce intorno alle mura del Mansus.”

L’ingresso nel modo di Cultist Simulator è brusco, privo di un tutorial; sebbene il gameplay non sia complicato e si limiti a combinare l’utilizzo di carte e tasselli — denominati “Verbi” — comprendere bene quale debba essere il passo successivo non è sempre facile. Il giocatore dovrà utilizzare ogni risorsa a sua disposizione per sopravvivere allo scorrere del tempo — e quindi dovrà cercare un impiego per non restare privo di fondi —, al lento e inesorabile incedere della follia e agli imprevisti della vita di tutti i giorni.

Non sarà raro all’inizio perdere la partita a causa di una malattia improvvisa, o morire di fame perché ci si è dimenticati di andare al lavoro. All’inizio si è sempre tentati di aumentare la velocità del cronometro, ma con l’evolversi del tavolo di gioco si sarà lieti di poter mettere in pausa la partita per pensare alla prossima mossa.

Ad essere sinceri, Cultist Simulator non è un gioco per chiunque. Persino le recensioni di Steam si muovono tutte partendo da un unico punto: bisogna sperimentare pazientemente finché non si comprendono i meccanismi dietro l’Ascesa, accettando che qualcosa potrebbe sempre andare storto durante il processo. I primi due o tre o dieci tentativi potrebbero risultare in un misero fallimento, ma dell’esperienza bisogna far tesoro. Dopotutto, nessuno ha mai detto che diventare una divinità sarebbe stato facile.

“Come un qualsiasi studente delle Storie sa…”

L’atmosfera del gioco è incredibile, le musiche sono abbastanza tenui da non risultare noiose neppure dopo diverse ore di gioco e sono lo sfondo perfetto per lo stile che caratterizza Alexis Kennedy e i suoi scritti. Le descrizioni delle carte e degli avvenimenti sono meravigliosamente criptiche, concise, stimolano la curiosità e l’immaginazione del lettore pur nella loro semplicità. Il supporto in Italiano non è ancora disponibile, purtroppo, ma proprio per via della sinteticità dei testi ciò non impedisce di godersi appieno la storia — o meglio, le storie.



Cultist Simulator mette infatti a disposizione quattro origini differenti — oltre al protagonista iniziale, che non dispone di alcuna caratteristica peculiare, è possibile interpretare un Detective, un Giovane Prodigio o un Medico. Il DLC Dancer, rilasciato il 17 Ottobre, aggiunge un’ulteriore professione, come suggerisce il titolo, mentre l’ultimo aggiornamento della versione principale include la possibilità di intraprendere una relazione con uno dei propri seguaci, a scelta.

Esistono diverse condizioni di vittoria, di cui due nuove di zecca grazie al DLC, alcune più rapide e facili da ottenere di altre, ma tutte in ugual modo divertenti e soddisfacenti.

Il sistema di scoperta delle carte si basa anche su un fattore casuale, che non contempla per forza tutte le opzioni a ogni partita e permette quindi al gioco di restare piacevole e interessante anche dopo la prima partita — e anzi, la rigiocabilità è un elemento chiave del gioco, in quanto questo permette di fare collegamenti tra ricerche effettuate in diverse occasioni ed esplorare di conseguenza percorsi differenti man mano che si acquista familiarità con i segreti delle sue meccaniche più avanzate.

Inoltre, proprio perché consapevoli di quanto un colpo di sfortuna possa rovinare dei grandi progressi e frustrare un giocatore alle prime armi, gli sviluppatori hanno deciso di rendere i file dei salvataggi visionabili e modificabili — si raccomanda di usare moderazione, ovviamente.

“… il Mansus non possiede mura.”

È impossibile non notare le influenze lovecraftiane all’interno del gioco, che non disprezza nemmeno un po’ di Poe e Chambers, anche se lo stile della prosa è molto più leggero e scorrevole. Nulla è lasciato al caso, e l’evoluzione del personaggio è tangibile: dalle illusioni, con quadri che sussurrano e ombre che danzano, al ficcanasare degli investigatori del Suppression Bureau che aspirano a mandare in fumo tutti i progressi del culto, al licenziamento incombente nel caso si decida di assentarsi dal lavoro per qualche giorno pur di sfuggire alla depressione e alla monotonia dipingendo.

La Disperazione è sempre dietro l’angolo, perché vedere ciò che non è stato creato per occhi mortali ha sempre un prezzo; la ricerca sfrenata di un modo per assecondare il proprio Desiderio si tramuterà presto in una corsa contro il tempo — bisogna far presto ad ascendere alla Gloria, prima che il Terrore affondi le sue fauci nella sempre più fragile mente del protagonista.

Metà della sfida è data dalla scoperta graduale delle regole e degli ingranaggi che reggono il gioco; da qui la scelta degli ideatori di non includere una guida iniziale, preferendo lasciare agli enigmi presenti nelle descrizioni degli elementi il compito di guidare il personaggio. L’arma più letale su cui Cultist Simulator si propone di contare non è altro che la fantasia del giocatore, e chissà che addormentarsi ragionando su quanto scoperto non generi mostri

Commento finale

Cultist Simulator è il prodotto ideale per gli amanti dei giochi da tavolo che sono alla ricerca di qualcosa di nuovo; cattura l’attenzione e l’immaginazione del giocatore con uno stile unico e originale, abbinato a un sistema intuitivo che però si rifiuta di rinunciare alla difficoltà, e che richiederà tanto trial and error per essere completamente domato. Weather Factory si rifiuta di accompagnare per mano il giocatore, lasciandogli bene avvertire il peso delle sue decisioni e responsabilità — dopotutto, il gioco è realistico anche in questo. 

Aspirare all’immortalità non è mai stato così divertente.



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