My Hero Academia: Two Heroes – Recensione

Il debutto sul grande schermo dell’anime di Horikoshi conferma il successo dell’opera

My Hero Academia esordisce anche al cinema col primo film, già preannunciato con un episodio speciale dell’anime a tempo debito. Dopo l’accoglienza giapponese lo scorso agosto, anche in Italia si è potuto avere per pochi giorni la proiezione in lingua nostrana, tra il 23 e il 24 marzo, ed anche noi di CartoonMag abbiamo potuto prendere parte all’anteprima di cui vi racconteremo in duplice formato.

Una serena vacanza estiva

Come già accennato nell’episodio dedicato, la vicenda racconta del breve soggiorno estivo di Midoriya Izuku nell’isola scientifica di I-Island, un insediamento artificiale semovente atto allo sviluppo di nuove tecnologie per eroi professionisti. Accompagnato dal mentore e tutore All Might, la storia si apre tuttavia con un breve scorcio di vita passata proprio del simbolo della pace, quando ancora risiedeva in America. Vediamo dunque il giovane Toshinori accompagnato da un gregario nonché compagno di studi, il dottor David Shield, mentre sventano una rapina di una coppia di supercriminali tramite una combinazione di Quirk e tecnologia, con tanto di tematica auto-velivolo. Una rappresentazione senza dubbio interessante, che tanto regala in termini di spessore al personaggio, introducendo inoltre uno dei comprimari della pellicola con l’adeguata rilevanza. Ovviamente, il focus si sposta poi su Deku e la vera coprotagonista Melissa Shield, figlia della citata ex-spalla di All Might, che farà da fulcro all’intera narrazione. Vengono poi recuperati, come era prevedibile, una buona parte della 1-A del liceo U.A., con giustificazioni di trama che risultano convincenti sia per i presenti nel vivo dell’azione che per i relegati al ruolo di comparsa.

Dove tutto cambia

Chiaramente, le vicende prendono una piega differente una volta superata la prima parte, in cui viene sostanzialmente introdotta la maggioranza dei personaggi e dell’ambientazione, al fine di rendere il contesto molto simile a quello a cui l’anime ha abituato. A svolgersi invece sono eventi che – per preservare dagli spoiler – indicheremo come molto simili alla struttura di film tratti da anime: un villain che si palesa (Wolfram) con un piano che entra subito in azione, la maggioranza degli abitanti dell’isola intrappolati con uno schema ben congegnato ed i pupilli intrappolati in maniera che abbiano una libertà di azione moderata ed enormi rischi sulle spalle. Senza dilungarsi oltre, il film ruota dunque attorno alla fuga dal palazzo in cui si svolge la maggior parte dell’azione, nello specifico la scalata alla cima dove risiedono i comandi del sistema di sicurezza, così come la maggioranza delle forze nemiche. Il tutto sembra costruito piuttosto classicamente, e talvolta sembrano generarsi persino buchi di trama ed eventi del tutto ridondanti. Il sembra, tuttavia, è d’obbligo.

La quadratura del cerchio

Two Heroes, infatti, appare come se dovesse semplicemente condurre lo spettatore attraverso una storia parallela alla saga principale, ma fa molto di più: confeziona un prodotto che del non-canonico ha ben poco. Basta una conclusione ben studiata, ricca di azione – che è già presente, ma sublima nelle ultime battute – e che trascina il pubblico in un contesto plausibile, concreto e legatissimo alle vicende della storia, tra plot twist studiati e coerenti che contestualizzano tutte le scelte lasciate in sospeso e che parevano ingiustificate. Aiuta moltissimo anche la cura per i dettagli, con colonne sonore azzeccatissime ed un doppiaggio che, seppur non sempre perfetto, riesce a rendere la situazione sempre coinvolgente, dando il meglio di sé nei punti focali. Un aiuto viene anche dai personaggi originali della storia, che risultano in primo luogo interessanti, con precise idee morali e dei comportamenti caratterizzanti, che rendono emblematiche tanto la figura di David Shield quanto quella di Wolfram.

Una escalation per gli occhi

Uno degli aspetti centrali del film è sicuramente quello che riguarda il comparto tecnico, che presenta nelle animazioni il suo apice. Nella prima parte, con situazioni relativamente tranquille e poco traumatiche, ritroviamo lo stile delle animazioni di Umakoshi nella sua versione standard, senza fronzoli, eccezion fatta per la prima eccezionale sequenza d’apertura. Dalla concretizzazione della trama, però, la qualità si impenna, raggiungendo picchi altissimi nello scontro finale, in cui emergono momenti di azione da applausi. Con l’intensificarsi della battaglia migliorano gli effetti e la precisione e consegnando, a conti fatti, un livello di bellezza sicuramente paragonabile alle produzioni dello stesso tipo più celeberrime – si pensi a One Piece Film Gold -, strizzando l’occhio anche al contemporaneo (è lampante un paragone con Saitama vs. Boros, con alcuni fotogrammi che paiono una citazione volontaria). Una gioia per le retine, coadiuvata da una CGI convincente, che fa da sfondo coerente alla sceneggiatura e confeziona un prodotto degno di nota.



Commento finale

My Hero Academia: Two Heroes è un lungometraggio che vuole riempire un piccolo vuoto nella storyline di All Might, creando una narrazione che possa anche esordire al grande schermo. Sebbene paia mostrare soltanto il fanservice ed una trama lineare, il film prende una svolta improvvisa nelle battute finali che basta a rendere l’intero prodotto coerente e coeso a livello di trama, creando infine una storia che sarebbe potuta persino essere inclusa nell’opera principale. Con un comparto tecnico che mostra i muscoli soprattutto nelle fasi d’azione, Two Heroes regala una perla a tutti gli appassionati del manga di Horikoshi, celebrando il successo di My Hero Academia con la giusta enfasi e prendendo a piene mani dalle belle produzioni del genere. Un solo mantra può essere citato, in questo frangente: Plus Ultra!

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