Mortal Kombat 11 – Benvenuto mondo crudele!

Il più sanguinoso picchiaduro sul mercato è più letale che mai. Ecco la nostra recensione di Mortal Kombat 11!

  • Nome completo – Mortal Kombat 11
  • Piattaforme – PlayStation 4, Xbox One, Switch, PC
  • Producer – Warner Bros Interactive
  • Developer – NetherRealm Studios
  • Distribuzione – Retail/Digital
  • Data di uscita – 23 Aprile 2019
  • Genere Picchiaduro
  • Versione testata – PS4

Avendo già parlato sulle pagine di CartoonMag degli ultimi capitoli delle maggiori saghe di picchiaduro, tra Tekken 7 e Soul Calibur VI, non potevamo mancare l’appuntamento con il sanguinario Mortal Kombat 11, recente prodotto dei rodati NetherRealm Studios. Partendo da una base solida, saranno riusciti a consegnare al pubblico un degno sequel del glorioso XL? Lo scoprirete a breve!

Ripartenza esplosiva

Prima di passare ad una descrizione del gameplay bisogna spezzare una lancia nei confronti della modalità storia, che ritorna con un sapore interessante. Se la continuity di Mortal Kombat è sempre stata piuttosto caotica nel corso degli anni, la trama questa volta riesce a sfruttare una già rodata tematica per giustificare tutti gli eventi passati. Non solo, riesce anche a creare un villain credibile e piuttosto ben studiato imbastendo una sceneggiatura di ottimo livello, con spicchi da grande cinema. Il tutto condito con una grafica eccezionale, di cui parleremo più approfonditamente in seguito, crea un comparto narrativo efficace e godibile, che intrattiene anche nei vari livelli di difficoltà proposti, accessibili a qualunque livello di esperienza. Un tocco di freschezza nel mercato di questo genere, che farà felicissimi i fan della serie e potrebbe invogliare la curiosità di chi si approccia per la prima volta.

Kombattere a regola d’arte

Se dunque un plauso va fatto alla storia, altrettanto si può ben parlare degli aspetti tecnici del gioco, che non lascia nulla al caso. Già solo esplorare le impostazioni fa notare con quanta cura siano state realizzate, dato che spaziano dalle lingue alla gestione dell’input lag per simulare l’online anche nell’offline. L’esperienza di Mortal Kombat 11 è dunque estremamente personalizzabile, di pari passo con le scelte proposte anche per i personaggi e le loro dotazioni. Si possono creare dei setup composti sia dagli aspetti estetici che da combinazioni di mosse speciali, attivabili a piacimento secondo uno studiato sistema di slot, che permette di dare una profondità alternativa al proprio personaggio a seconda delle proprie capacità. Uno Scorpion basato sui proiettili, un Kotal Kahn che si potenzia coi totem o un Kung Lao con tecniche speciali di cappello? Tutto è possibile, sebbene ci siano alcune scelte che potrebbero influenzare i veterani ed altre sub-ottimali, come è normale che accada in questo genere di opzioni. Tutto sommato, comunque, la profondità di gioco ne giova altamente, anche a fronte di un gameplay che su PS4 standard non si schioda mai dai 60 FPS, neppure nei pirotecnici Fatal Blows, sorte di “Ultimate” che permettono di recuperare uno svantaggio una volta per combattimento quando si scende sotto una soglia critica. Il pacchetto è stato confezionato egregiamente, e consegna un prodotto assolutamente sopra gli standard del genere.

Accessibilità e numeri

Ciò detto, Mortal Kombat 11 fa ancora di più per far sentire a proprio agio il giocatore alle prime armi, con dei tutorial che riescono ad essere molto specifici anche sulle tecniche più avanzate. Ogni aspetto del gioco è contemplato, spiegato a parole e con esempi pratici da eseguire – talvolta anche abbastanza complessi -, avendo peraltro la precisione di illustrare il sistema di fotogrammi che sta alla base del titolo e dei picchiaduro in genere. A concludere il tutto, i tutorial dedicati ai singoli personaggi illustrano le loro capacità principali, lasciando comunque in mano all’utente il compito di scoprirne le combo e di scegliere il proprio combattente a seconda dei propri gusti, data la radicale diversità fra di essi. Anche la modalità Torre del Tempo include un tutorial, per spiegare il funzionamento delle varie Torri e le ricompense collegate, così come l’utilizzo di consumabili e l’effetto dei modificatori. Tutto è fatto in funzione dell’accessibilità, anche se padroneggiare le meccaniche del gioco richiede un numero di ore molto consistente come è prevedibile dai presupposti della serie.



Crafting e farming

Nemmeno Mortal Kombat può esimersi da una componente determinata dalle risorse di gioco, e questa volta con l’introduzione dell’online-only per certe funzioni la questione valute prende una piega differente. Ci sono infatti quattro diversi tipi di monete che vengono utilizzate principalmente nella Kripta per sbloccare permanentemente degli oggetti estetici per i personaggi, aprendo delle casse che effettivamente ricordano delle lootbox. Tramite gettoni si ha una più alta percentuale di randomicità, che scala coi frammenti di anima e diminuisce esponenzialmente usando i cuori, mentre con i kristalli temporali si ottengono degli oggetti a scelta ma dal negozio online, che si aggiorna ogni giorno proponendo cinque opzioni. Dal fronte delle tempistiche questo sembra un percorso potenzialmente tedioso, poiché spesso e volentieri ciò che si sblocca non è utile al personaggio che si sceglie data l’impossibilità di capire il contenuto dei forzieri. La modalità, per fortuna, contiene alcuni spunti interessanti per alleggerire il peso dell’apertura dei pacchetti, ma resta fondamentalmente una visione alternativa al meccanismo di forzieri diffusosi ultimamente. A corredo di tutto, le valute si possono farmare sfruttando le missioni giornaliere o semplicemente giocando, per cui non è vitale doverci investire del denaro reale. Certamente si poteva implementare un sistema più character-oriented, che avrebbe certamente reso le cose più semplici, ma è qualcosa su cui si può glissare facilmente.

Grandi classici ed attesi ritorni

Non ci si può esimere dallo spendere delle parole sul roster del titolo, che presenta una scelta piuttosto bilanciata e coerente con le vicende della Storia. Se tanti grandi del passato fanno l’atteso ritorno, ci sono anche delle news interessanti su personaggi più recenti, quali Erron Black e Jacqui Briggs, ma fanno scalpore soprattutto le tre nuove aggiunte. Prima fra tutti, Cetrion, la Dea Anziana a cui Raiden spesso si rivolge e sorella di Shinnok, è giocabile e presenta un moveset legato principalmente agli elementi naturali, molto variegato e ben bilanciato soprattutto dalla distanza. Geras, invece, è fortemente legato alla trama principale e si presenta come un cronoviaggiatore immortale, in grado di controllare le sabbie del tempo e dalla impressionante prestanza fisica, che usa senza remore. Ad ultimo abbiamo un personaggio emblematico, Kollector, tesoriere di Shao Kahn e suo fedele braccio destro, che combatte con uno stile unico basato sugli svariati oggetti che possiede. Queste aggiunte contribuiscono a creare un palco ampio e incredibilmente equilibrato, nonostante le evidenti differenze tra alcuni personaggi decisamente sopra la media ed altri piuttosto legnosi. Se i grandi classici funzionano alla grande, infatti, tra i guerrieri che faticano a tenere il passo figura Kotal Kahn, che pecca di una mancanza di aperture per le combo. Nulla vieta tuttavia l’utilizzo di alcuno di essi e, soprattutto, ognuno porta con sé dei punti di forza che nelle giuste mani fanno certamente la differenza, formando un insieme che – come già accennato – si equilibra da sé.

Un occhio ai limiti

Quanto citato rispecchia l’ideale di picchiaduro che ogni interessato desidera trovare nel mercato del genere, ma è giusto avere un momento per parlare di ciò che, nonostante tutto, c’è di migliorabile. Si storce il naso principalmente sulla Kripta che, pur capendone le motivazioni e trovando originale la proposta, resta comunque frustrante per il dover spendere del tempo talvolta per ottenere qualche inezia oppure l’oggetto perfetto per un personaggio inutilizzato, senza poter prevedere alcunché ma affidandosi totalmente al caso. Non essendo qualcosa di preponderante verso il gameplay effettivo, tuttavia, è possibile sorvolare la vicenda e giustificare i drop ottenuti per dei futuri cambi di rotta, che potrebbero trovare la strada già spianata. Inoltre, sebbene la modalità Storia sia da elogiare, è chiaro che si sta parlando di un titolo che non ne fa il suo fulcro, pertanto bisogna osservare che la narrazione non è paragonabile ai grandi titoli – sebbene sappia ben difendersi. Infine, per un videogioco che riceverà un magistrale porting anche su Switch, l’impossibilità di accedere ad alcune componenti mentre si è offline mina quello che sarebbe stato un capolavoro portatile, date le prestazioni eccellenti sulla console targata Nintendo. Un peccato che, seppur comprensibile, lascia un sentore di rammarico.



Commento finale

Mortal Kombat 11 è un connubio di tutto ciò che era ed è la serie di picchiaduro più sanguinaria della storia. Poggiandosi su un comparto tecnico di prim’ordine che merita speciali elogi, il lavoro di NetherRealm Studios è da apprezzare in diverse sfaccettature, da quella estetica a quella puramente numerica. A corredo del gameplay, trama e accessibilità sono delle vere rivelazioni, che contribuiscono a creare una combinazione perfetta. Persino con qualche pecca puramente secondaria, questo titolo riesce ad essere un inizio ed un proseguimento allo stesso tempo, aprendosi ad un pubblico ampio ma mantenendo la propria ripida curva di apprendimento. Piccola nota per le modalità online only, che affondano parte della portabilità su Switch, ma unico vero neo di un prodotto eccezionale. Se il sangue e la lotta sono ciò che cercate, si può dire che abbiate trovato la vostra Fatality.

 

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