Se vi dicessero di pensare a qualcosa di estremamente grande, riuscireste poi ad immaginarvi il gradino successivo? Ebbene, in questa recensione andremo a dimostrarvi quanto ampi sono gli orizzonti in casa Gearbox per una delle saghe più amate del proprio genere. Borderlands 3 è qui per sorprendere, tenetevi forte!
Ebbene, all’esordio della campagna si viene subito proiettati nel vivo dell’azione, con un interessante trailer che ci mostra le capacità dei nuovi Cacciatori della Cripta. Graficamente i miglioramenti sono evidenti e la cinematic è stata realizzata direttamente con l’engine di gioco, piuttosto pesante su PS4 standard ma che non vieta di godersi lo spettacolo.
Il titolo comincia fin da subito ad illustrare i principali punti del gameplay con un tutorial immediato nel pieno stile di Pandora, con missioni dalla trama sempre più caotica e fuori di testa. Riprendendo a piene mani dai predecessori, si viene sommersi fin da subito dalla miriade di equipaggiamenti generati casualmente, con nuove funzioni e tipologie di fuoco originali.
La varietà è all’ordine del giorno e distinguere le armi dei vari produttori è più facile grazie ad una caratterizzazione spiccata, quale quella delle armi a doppia canna Jakobs o le armi di precisione Hyperion, spesso dotate di un comodo scudo personale. Al tutto si aggiunge un feeling realistico a seconda delle statistiche proprie dell’equipaggiamento, per un risultato che non lascia spazio a dubbi. Siamo di fronte all’apoteosi del looter shooter!
Per quanto riguarda i personaggi, invece, assistiamo ad un remix delle tipiche classi del titolo che incorporano più aspetti delle loro versioni passate. La nostra scelta è ricaduta su Moze, l’artigliera, in grado di dispensare una grande potenza di fuoco e resistenza grazie alla presenza del mecha pilotabile, vero game-changer del personaggio anche grazie alle personalizzazioni delle sue armi. Anche la meccanica di FL4K è piuttosto interessante, con la possibilità di variare il tipo di approccio in base al compagno animale sul quale si investono i punti abilità, dallo Skag agli eserciti di Rakk.
Con gli stratagemmi di Zane, invece, si ritorna al Jack del Pre-Sequel, con un clone altamente personalizzabile in grado di svolgere svariati compiti, accoppiato al drone armato che fornisce un buon potere offensivo. A concludere il tutto, la Sirena diventa in questo capitolo un brutale combattente in mischia, focalizzata sul corpo a corpo ed altre tecniche molto fisiche, svecchiando l’archetipo classico dello pseudo-incantatore di cui si fregiava. Parliamo dunque di una poliedricità ben riuscita, più personalizzabile e fluida ma anche meno deterministica, appagante soprattutto ai livelli più alti.
Per quanto riguarda la folle idea che regge Borderlands 3, scopriamo che tutte le speculazioni dei precedenti capitoli si materializzano più concrete che mai. Si riparte dalla scoperta delle cripte disperse nello spazio, e da come i banditi si siano organizzati per poterne aprire il maggior numero, assieme all’obiettivo denominato “Grande Cripta”, a cui aspirano i villain del momento. E per informazione, no, Jack è stato definitivamente concluso a detta di 2K, pertanto saranno i gemelli Calypso a piantar grande nell’avventura corrente.
Tra i grandi ritorni e le nuove comparse, le varie compagnie belliche e le immancabili orde di psycho, Pandora e la galassia circostante è pregna di missioni da affrontare e sottotrame da snocciolare, ricche di Easter Egg e dell’ironia tipica della saga, portata agli estremi. Avendo inoltre mantenuto i contatti con tutte le storie correlate, inoltre, aspettatevi di trovare le dovute sorprese riguardo ai vostri favoriti, poiché ognuno viene ricordato a suo modo.
Tecnicamente parlando, possiamo certamente parlare di un lavoro che funziona nelle sue parti fondamentali, ma che inciampa in alcune condizioni. Primi fra tutti, i menu sono tassati da un calo di frame rate talvolta piuttosto brutale sulle console standard, rendendo piuttosto tediosa la consultazione di talenti e inventario sia mid-fight che nella normale esplorazione.
Sicuramente con un hardware adeguato questi problemi non si manifestano, ma restano comunque uno dei (pochi) punti a sfavore dell’opera di 2K, assieme ad alcune animazioni che potevano essere realizzate con maggior precisione. Sicuramente un passo avanti, possiamo dire che la resa estetica non ne resta contaminata, dato che queste occorrenze sono limitate ad un contesto di contorno.
Borderlands 3 è la fiera del sangue e delle armi da fuoco: un concentrato di esaltante euforia che investe il giocatore come un fiume in piena, premiando e punendo quanto necessario. Punto focale dell’esperienza è il divertimento, supportato da una miriade di diversi equipaggiamenti per i quattro originalissimi protagonisti, che sanno confezionare un’avventura dal sapore concretamente differente in base all’approccio scelto.
Una trama ricca di follie mantiene il trend della saga su ritmi e qualità elevati, minati però da un framerate ballerino nei menu e da animazioni non sempre top-notch. Tuttavia, nessuna di queste riesce a sminuire il lavoro di 2K Games, che arriva al culmine della saga con questo terzo, esplosivo capitolo.
0 comments