La rassegna stampa delle notizie più importanti di oggi da tutto il mondo.
Due camion-bomba sono esplosi in Somalia, nella capitale Mogadiscio, uccidendo 237 persone e provocando almeno 300 feriti. Il duplice attacco, scrive il New York Times. è avvenuta in una via molto affollata del centro, a ridosso dell’hotel Safari, in un’area molto vicina al ministero degli Esteri. L’area interessata era molto affollata al momento della deflagrazione. Una parte dell’albergo è crollata, intrappolando molte persone sotto le macerie.
I popolari di Sebastian Kurz sono in testa nelle elezioni legislative austriache con il 31,5%, secondo gli exit poll diffusi dalla tv Orf. Subito dopo i socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern, che superano l’estrema destra con il loro 27,1%, correggendo i primi exit poll diffusi. I nazionalisti di Heinz Christian Strache si fermerebbero invece al 25,9%. Si delinea in ogni caso una netta maggioranza per un governo di destra.
Alcuni foreign fighter hanno cominciato a lasciare l’ex roccaforte dell’Isis Raqqa, nel nord della Siria, in base a un accordo che prevede la loro evacuazione. “Una parte degli stranieri è partita”, ha confermato Omar Alloush, membro anziano del Consiglio civile di Raqqa, mentre si avvicina il momento della caduta definitiva della resistenza jihadista di fronte all’offensiva delle forze democratiche siriane.
Saverio Tucci, italiano di 44 anni di Manfredonia (Foggia), è stato ucciso sabato sera ad Amsterdam, in Olanda, in circostanze non ancora chiare. Lo si è appreso dai carabinieri di Foggia. Il presunto responsabile dell’omicidio sarebbe già stato catturato.
Austria al voto per le elezioni politiche anticipate. Decisamente in testa nei sondaggi c’è il popolare Sebastian Kurz, di 31 anni, che con una campagna elettorale incentrata sull’immigrazione ha finito per far virare a destra il suo partito. In caso di vittoria dovrà comunque aprirsi ad una alleanza di governo con i rivali della destra oltranzista di Heinz Christian Strache alla luce del deterioramento della Grosse Koalition, al potere da 10 anni.
L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che organizza i premi Oscar, ha deciso per “l’espulsione immediata” di Harvey Weinstein, dopo le accuse a suo carico di molestie sessuali. I 54 membri del board dell’Academy – circa la metà sono donne – hanno deciso di radiare Weinstein che era già stato costretto alle dimissioni da numero uno del suo impero cinematografico e mollato dalla moglie Georgina Chapman.
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