Isis + Dälek + Transitional – Alpheus, Roma 20/11/09

Isis, un concerto che attendavamo ansiosamente da ormai più di due mesi. Effettivamente non avremmo mai immaginato di riuscire a vederli. Specie dopo il nostro lungo, lunghissimo viaggio di andata a causa di un navigatore satellitare impazzito. La crew composta da me (Oliver), Marco, Peppe, Iacopo e Francesca giunge all’Alpheus alle ore 21.30 circa. Entriamo che stanno già suonando i Transitional, curioso duo con sonorità industrial (e un muro di feedback), ma noi subito prendiamo posto alla bancarella del merchandising e facciamo compere di magliette e dischi. Nel mentre ci accorgiamo che proprio dietro di noi ci sono alcuni membri degli Isis e di certo non ci facciamo scappare quest’occasione per farci firmare i cd. È arrivata l’ora dei Dälek, un duo hip hop abbastanza caratteristico, che ci regalano rime taglianti e suoni corrosivi. Particolare divertente: mentre suonavano i Dälek abbiamo notato questo tipo barbuto affianco a noi che non la smetteva un momento di muovere la testa, ed era nientedimeno ché Aaron Turner, voce degli Isis. Proprio lui, a dieci centimetri da noi!

Passano interminabili minuti di attesa e finalmente giunge il momento degli Isis. La band sale sul palco, e parte la prima canzone del nuovo album, “Wavering Radiant”, Hall of The Dead. Suoni di chitarra violentissimi, che ci hanno totalmente immerso, e bassi elevatissimi per una vera e propria overdose di suono. Dopo questa prima canzone la band ci propone un altro capolavoro del nuovo album, Hand of the Host ed in seguito una citazione da “In The Absence of Truth”, Holy Tears, che inizia a vedere un po’ di coinvolgimento da parte del pubblico che sa addirittura i testi. Viene poi eseguito il “singolo”(è strano parlare di singoli con gli Isis) del nuovo album, 20 Minutes/40 Years, e poi finalmente un estratto dal masterpiece “Panopticon”, Wills Dissolve, che si può definire un momento di pausa per la sua tranquillità dopo lo stupro uditivo dei brani precedenti.

Si ritorna di nuovo sull’ultimo album; dopo la favolosa Ghost Key viene eseguito il miglior brano del disco: Threshold of Transformation. Davvero non ci sono parole per descrivere quel momento, sicuramente il migliore della serata. Dopo l’esecuzione dell’assolo finale, che meriterebbe addirittura di essere uno dei migliori mai scritti, la band ci saluta e scende dal palco. Tutti attendono un bis. Infatti dopo qualche minuto gli Isis risalgono ed eseguono Carry da “Oceanic” come brano di chiusura.

Concerto che è stato ricco di emozioni e momenti intensi, ma anche il post, occassione per fare due foto e chiacchiere con la band e qualche altro autografo. Anche se la mancanza di ancora un brano si è fatta sentire.

Tracklist:

1 – Hall of The Dead

2 – Hand of The Host

3 – Holy Tears

4 – 20 Minutes/40 Years

5 – Wills Dissolve

6 – Ghost Key

7 – Threshold of Transformation

8 – Carry

Foto di Marco Gargiulo

Oliver Tobyn e Marco “C’est Disco” Gargiulo per Mag-Music

Blogger professionista e da sempre appassionato esperto di telecomunicazioni, serie tv e soap opera. Giuseppe Ino è redattore freelance per diversi siti web verticali. Ha fondato teleblog.it, www.tivoo.it, mondotelefono.it, maglifestyle.it Ha collaborato tra gli altri anche con UpGo.news nella creazione di post e analisi. Collabora con la web radio Radiostonata.com nel programma quotidiano #AscoltiTv in diretta da lunedi a venerdi dalle 10 alle 11.

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