Napoli città dell’arte, della cultura, della pizza, dei mandolini e del Vesuvio (e anche della paura che ci incute quest’ultimo). Napoli città di fermento musicale, “di origine controllata”, dall’interminabile lista. Napoli dove nascono e crescono, dove il sole non batte, i Low-Fi. I Nostri però (Alessandro – voce, basso e programmazioni, Adriano – chitarra e Marco – batteria), a parte l’origine, non hanno niente da dividere con i mandolini e la pizza ma forse qualcosa col fish and chips o con i cieli nuvolosi inglesi.
L’EP d’esordio, targato Octopus Records, esce solamente ora dopo migliaia di chilometri e concerti in giro per lo stivale e non (sono appena tornati da un tour europeo), dopo la partecipazione ai tributi di Peppino Impastato (“Amore non ne avremo” del 2008) e Syd Barret (“Clowns and Jugglers” del 2009). Venti minuti di chitarre affilate come rasoi, bassi precisi, potenti batterie e azzeccati inserti di synth (forse dovrebbero approfondirne l’uso nei loro brani). Un suono derivato, questo sì, ma suonato con stile. Attitudine italiana ma con un suono anglosassone.
È solamente un EP ma già fa intravedere l’enorme talento del trio campano.
Marco “C’est Disco” Gargiulo per Mag-Music
1 comment