Sporchi, grezzi, graffianti…ecco i Wise.
Al debutto con il loro primo album il trio milanese ci regala undici tracce dove si spazia dall’alternative nostrano a suoni decisamente made in USA, come l’iniziale Black Devils un incontro tra i riffoni dei Black Rebel Motorcycle Club e certi passaggi stoner dove la band dimostra di muoversi a proprio agio spingendo al massimo sull’acceleratore e sulle distorsioni.
Esperimento riprovato e ancora riuscitissimo anche in Milano, unica corsa.
La buona vena riscontrabile in apertura purtroppo non dura in tutto il disco che evidenzia alcuni alti e bassi passando da pezzi interessanti e particolari come Guido guida (l’Iscariota) arricchita da un arrangiamento tendente al noise, contaminato con tastiere e fiati a pezzi vuoti e scarni che sembrano essere poco più che demo.
Una citazione a parte va fatta per la title-track Attanasia, splendida ballata piano e voce capace in poco più di due minuti di emozionare e toccare nel profondo l’ascoltatore con la propria malinconia e intensità.
La cosa che proprio non convince sono i testi: non sempre all’altezza sia come liriche che come pronuncia (negli episodi in inglese) e spesso poco accattivanti nelle linee melodiche.
Stiamo comunque parlando di una band che al disco d’esordio mostra già dell’ottimo potenziale pronto per essere espresso appieno in breve tempo e che col prossimo lavoro potrebbe davvero presentarsi con un disco completo e competitivo.
Daniele Bertozzi per Mag-Music
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