Assassin’s Creed 3: una nuova recensione

Assassin’s Creed 3

ecco una nuova recensione

È arrivato il tanto atteso finale della saga. Dopo il Medio Oriente e l’Italia è il turno dell’America della Guerra D’Indipendenza, che ha avuto luogo tra il 1775 e il 1783. Il protagonista, l’anglo-indiano Connor Kenway, combatte con gli indipendentisti americani contro l’oppressione britannica, e la trama ricopre una serie di eventi che porteranno alla guerra vera e propria. Gli scenari del gioco sono quattro, disponibili in due versioni diverse, estiva o invernale, a partire dalla Frontiera: una vasta area selvaggia piena di animali, forti, accampamenti e altri luoghi d’interesse.

Tramite essa si potrà accedere a Boston e New York, le due città del gioco. Infine troviamo la tenuta di Davenport, che funge da base per le operazioni di Connor e nella quale è possibile gestire l’aspetto economico del gioco, vendendo ad esempio le pelli degli animali uccisi e ottenendo nuove armi e gadget dal padrone della tenuta, Achille. La mappa di gioco offre Un gran numero di cose da fare: è possibile tenere attiva una missione della storia, indicata sulla mappa da un segnalino come negli altri capitoli della serie, e allo stesso tempo svolgere diverse missioni secondarie o dedicarsi all’immancabile ricerca dei collezionabili.

Connor è direttamente coinvolto nei principali eventi dell’epoca, ad esempio la partecipazione al Boston Tea Party, in cui i coloni gettarono a mare intere casse di tè per protesta. Inoltre, Connor aiuta la popolazione civile in molti altri modi, ad esempio combattendo contro i gruppi di malintenzionati che si aggirano per le strade per saccheggiare i cittadini o portando a termine le missioni assegnate nella taverna, dove avrai modo si conoscere altri assassini.

Oltre a tutto questo AC3 offre miglioramenti anche su altri fronti. Il più grande passo avanti è sicuramente quello fatto nel sistema di combattimento, che va finalmente oltre la serie infinita di contrattacchi. E se i nemici presi singolarmente non sono ancora letali, i gruppi più folti rispetto al passato sanno dare parecchia difficoltà. Si tratta di un sistema meno basato sul premere tasti in continuazione e più sull’abilità di pensare e reagire rapidamente. Non mancano interessanti dettagli nell’IA dei nemici, come plotoni di soldati che si allineano per fucilarti.

Insomma il capitolo finale è un vero passo avanti, sia dal punto di vista tecnico, con un nuovo motore grafico, che dal punto di vista strutturale.

Ora sto giocando al nuovo call of duty…

Recensione a cura di Salvatore Massa

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