Non è la prima volta che recensisco un capolavoro come Gundam Unicorn, anzi in passato qualche assiduo lettore ha potuto leggere una nostra vecchia recensione, all’epoca scritta giusto per dare un’accenno a quello che in realtà questa serie avrebbe in seguito offerto.
Per chi ha seguito l’universo di Gundam in questi 30 anni, saprà sicuramente che le serie esistenti basate sul robottone bianco, oramai sono arrivate oltre le 50, tenendo conto delle side story, i romanzi e le storie ambientate negli universi paralleli.
In particolare fra questi universi quello principale è ovviamente l’Universal Century che negli anni è diventato un mondo praticamente vasto e infinito, ma sopratutto quello classico con la quale tutto ha avuto inizio. Partendo da Mobile Suit Gundam, Z Gundam, ZZ Gundam fino ad’arrivare al tragico lungometraggio Gundam : Char’s Counterattack, che pone fine all’eterna rivalità fra Char Aznable e Amuro Ray, offrendo ai fan di lunga data un monologo fra i due personaggi che pone fine a tutto quello che li ha messi in lotta nelle serie precedenti. Tutto questo mondo ricordiamo è nato dalla mente del maestro Yoshiyuki Tomino, famoso per aver creato appunto Gundam e proclamato il genere fantascientifico dei Real Robot, ma sopratutto conosciuto per la sua crudeltà che egli sperimenta nelle sue produzioni. Principalmente abbiamo due serie di Gundam famose per la loro violenza sempre da lui ideate e sono Z Gundam e Victory Gundam.
Serie nate per un pubblico di adolescenti, ma che col passare degli episodi diventano praticamente una sentenza di morte per ogni personaggio fino ad’arrivare a dei finali che hanno persino traumatizzato o angosciato generazioni di giovani.
Il tutto però non sento di criticarlo anzi tutt’oggi reputo: Z gundam e Victory Gundam, perle nella storia dell’animazione nipponica, ma un’altra che col passare del tempo si è guadagnata il titolo di “Capolavoro” è certamente Gundam Unicorn che segue esattamente la linea temporale dell’ Universal Century, inserendosi precisamente nell’ UC 96, ovvero tre anni dopo i tragici eventi che hanno portato alla scomparsa del carismatico leader di Neo Zeon, Char Aznable e dell’eroe federale Amuro Ray. Anche se i conflitti sembrano giunti al termine alcuni resti di Neo Zeon continuano ad’animare gli ideali del loro vecchio leader, questa volta guidati dal misterioso uomo mascherato, Full Frontal, doppiato per’altro sempre da Shuichi Ikeda, doppiatore anche di Char Aznable.
Ma quali sono davvero i motivi che spingono la Federazione Terrestre e Zeon a far scoppiare di nuovo una guerra? Chi ha seguito gli episodi ( 5 per ora ) fino ad’ora avrà notato che principalmente la lotta questa volta è per la cattura del misterioso Scrigno di Laplace, che contiene al suo interno un oscuro segreto la quale capovolgerebbe l’ordine della Federazione Terrestre.
Ora, siccome l’incipit di Unicorn possa sembrare banale, invece non lo è, visto che in questi anni chi ha seguito Gundam Sturdust Memory e Z Gundam ha potuto notare come Zeon e la Federazione Terrestre spesso sono state rappresentate in modo differente dagli autori offrendo sempre allo spettatore la possibilità da che parte schierarsi.
In Unicorn posso dire che gli autori della serie sono riusciti a ricreare il concetto di Harutoshi Fukui, autore del novel, ovvero che non esistono ne buoni ne cattivi, anzi che molto spesso i cattivi possono essere i migliori alleati e qui in questa serie gli sceneggiatori lo ribadiranno ancora molte altre volte e forse nel sesto episodio atteso per Marzo vedremo appunto quali saranno i risultati con un’alleanza che in realtà trama scopi molto più oscuri.
Giungiamo al cuore di Unicorn. Anche se la trama che sembra offrire colpi di scena uno dietro l’altro, abbiamo anche una gran caratterizzazione dei personaggi. Ci saranno anche volti conosciuti, ma quello che più attirerà l’attenzione di tutti sarà proprio Full Frontal, uno dei personaggi più enigmatici e carismatici dell’intera serie, anche se dopo aver visto il suo volto celato dalla maschera, molti fan potrebbero rimanere spiazzati o addirittura sconcertati, ma è questo il bello di questa serie, che la sceneggiatura si fa avanti già nei primi tre episodi mostrando tutto quello che ha da offrire per poi riprenderselo e celarlo con altri misteri che mano a mano verranno a galla, il tutto si ripeterà nel corso di questi spettacolari cinque episodi.
Un grande applauso va poi fatto allo Studio Sunrise che come al solito sa unire il mech design di Kunio Okawara con gli splendidi disegni e la CG che caratterizzano questa come una delle serie visivamente più bella di tutto l’universo Gundam. Ci sono comunque alcuni personaggi che in un certo senso possono sembrare dei personaggi già visti, primo su tutti il protagonista Banagher, che avrà tutta l’aria di un incarnazione di Amuro Ray e Kamille Bidan, ma anche qui gli autori hanno saputo giocarsi le carte giuste, con dialoghi e idee che molto spesso commuoveranno anche le persone meno sensibili.
Sui dialoghi va detto che, forse li avrebbero potuti ridurre, visto che spesso si tratta di lunghi monologhi quasi sempre dai toni drammatici oppure crudi. Uno dei più famosi è proprio nel quarto episodio, precisamente quello fra Zinnerman e Banagher nel deserto, dove vengono spiegate alcune delle azioni che la Federazione Terrestre ha compiuto nel corso delle lunghe guerre contro Zeon. Difatti molti fan giudicano il quarto episodio di Gundam Unicorn come uno degli episodi più drammatici dell’ Universal Century, capace addirittura di inorridire lo spettatore.
Devo dire che in un certo senso ero rimasto disgustato dalla tanta violenza di quell’episodio, ma va anche detto che nel vederlo alla fine era come vedere le guerre che tutt’oggi ci circondano nel mondo reale. Chiudo poi sui personaggi con uno in particolare che mi ha affascinato fin dall’inizio, parlo di Riddhe Marcenas, uno dei personaggi più controversi e oscuro dell’intera opera, perchè, difatti, rappresenta una sorta di secondo protagonista principale, oltretutto anche quello più coinvolto con il segreto dello scrigno che la sua famiglia cerca da sempre di proteggere.
Sin dal secondo episodio ho notato come sia stato un personaggio con un crescendo di emozioni, partendo dall’odio verso Banagher e l’amore per Mineva fino al disprezzo verso i Gundam, alla fine anche lui però finirà con legarsi in modo indissolubile al Gundam, un legame che alla fine porterà il dominio della macchina trasformando le sue emozioni in una rabbia omicida solo per salvaguardare il segreto della sua famiglia.
Potrei dire che questo potrebbe bastare a dare un’idea di quello che Unicorn ha da offrire, ma ci sono ancora molte cose di cui parlare, dopotutto mancano ancora due episodi, uno atteso per Marzo e l’altro per un probabile 2014.
Se siete fan dell’ Universal Century, Unicorn è sicuramente la serie che fa per voi, se siete però amanti solo dei mech e adorate assistere a battaglie all’ultimo sangue fra robot, ve la sconsiglio visto che, ho già ribadito che, si tratta di OVA basati principalmente sui personaggi, quindi sono i dialoghi a farla da padrone. L’azione vera e propria comincia a mostrarsi nell’episodio quattro, magari negli ultimi due episodi assisteremo ad un massacro. Oramai in una serie del genere tutto è lecito visto i colpi di scena che ci sono stati.
fine prima parte…
Red Comet
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