Quest’oggi tralasciando un pò la sezione videogame, parleremo di un’opera appartenente come sempre al filone di Gundam. Il nome di questa opera è Turn A Gundam, nata dalla mente di Yoshiyuki Tomino, nel periodo di crisi depressiva che ha colpito il noto autore, terminato difatti nel 1998. Tomino era infatti reduce dalla serie Victory Gundam, che in quegli anni fece davvero discutere, visto che i temi affrontati erano davvero molto maturi, difatti l’autore non si risparmia ancora una volta di sterminare l’intero cast oppure con scene di violenze e torture, la più famosa è senz’altro la scena della ghigliottina. Terminato questo oscuro periodo di polemiche, Tomino aveva ancora un contratto da portare al termine con Sunrise e ancora una volta doveva mettersi alle redini di un nuovo progetto a base di Gundam, questi fù proprio Turn A.
Turn A Gundam è a tutti gli effetti una serie nata per festeggiare il ventennale di Gundam ma al suo interno però sono nascosti molti segreti che fino ad’oggi rendono questa serie unica nel panorama robotico e oltretutto quella meno conosciuta nel franchise.
Lo scopo di Tomino era comunque quello di abbandonare questa eterna saga e l’unico modo per abbandonarla era creare qualcosa di unico, qualcosa che avrebbe fatto felici i fan di tutti gli universi principali e alternativi di Gundam.
L’universo di Turn A non ha un nome ben preciso, l’unica nota precisa è la data nella quale si colloca, ovvero C.C. 2345, la dicitura C.C ha vari significati, alcuni fan ritengono significhi Correct Century, ovvero l’universo reale in cui viviamo, che si è formato circa duemila anni dopo la fine della misteriosa Età Oscura. Dopo questo misterioso periodo, l’umanità è ritornata tecnologicamente al XX secolo. Il mondo quindi è proprio come quello in cui la nostra società attuale vive, formato da stati politici e da nazioni che ancora una volta mettono in pratica la guerra per accaparrarsi determinati paesi e città. Mentre la guerra fra le nazioni influisce sulla terra, alcune di queste vengono a loro volta contattate dalla misteriosa Moonrace, resti della razza umana scampata all’Età Oscura che si sono rifugiati sul lato oscuro della Luna che da anni ambiscono a ritornare nella loro terra di origine.
I Moonrace inviano sulla terra tre persone Loran Cehack, Keith Laijie e Fran Doll, questi avranno il compito di integrarsi nel mondo civile terrestre ma a causa delle solite cospirazioni politiche e dei giochi di potere, i Moonrace attaccheranno la Terra per impossessarsene, a fermarli però ci sarà Loran Cehack che nel classico stile Tomino, entra in possesso del Turn A Gundam, questa volta però chiamato White Doll (Bambola bianca).
IL GUNDAM BAFFUTO
Turn A Gundam nasce precisamente nel 1999 e ancora una volta, Tomino mette in campo tutto quello che negli anni ha imparato, fortunatamente evitando di applicare la troppa violenza e il sadismo di Victory Gundam.
L’opera infatti ha il compito di concludere l’intero arco narrativo creato da Tomino, non mancheranno citazioni da altre serie, ma più precisamente, come ha fatto a riunire spiritualmente tutti gli archi narrativi di Gundam con Turn A?
In pratica l’Età Oscura non è altro che il periodo delle grandi guerre vissute negli universi creati da Tomino.
Per poter dimostrare tale affermazione, nell’anime verranno ritrovati MS provenienti dalle varie serie di Gundam sotto forma di fossile, per poi essere riattivati dalla popolazione terrestre ed usati nella battaglia contro i Moonrace, fra questi figurano gli amati Zaku e l’RX-78, riproposto con un design molto diverso che in questi anni ha fatto molto discutere, la classica V posta sulla testa è difatti posta su mento, in questo modo, il Turn A si è guadagnato l’appellativo di Gundam baffuto.
Il design di tutta l’opera è qualcosa di mai visto nell’universo fantascientifico di Gundam, il lato artistico è stato lasciato nelle mani di Syd Mead, artista americano che per l’occasione ha ideato uno stile puramente americano per una produzione giapponese.
Ancora una volta Tomino centra il bersaglio ma anche questa serie non è stata esente da polemiche, primo su tutti il design artistico più controverso del solito e una storia per alcuni leggermente al di sotto delle aspettative.
Noi invece abbiamo amato ancora una volta l’obiettivo di Tomino, ovvero dimostrare al pubblico a chiare lettere cosa accade quando due civiltà di culture diverse si incontrano e sopratutto quando in gioco ci sono i territori di queste civiltà, ma lo ringraziamo per aver amalgamato alla perfezione tutti gli universi conosciuti fino ai quei tempi.
Turn A Gundam non è altro che un lascito di Tomino della propria opera alle generazioni future, dicendo addio al suo amato robot bianco, che lo ha portato nelle grandi produzioni giapponesi.
Gundam Seed e 00 anche se si sono dimostrate più che sufficienti dal punto di vista narrativo, purtroppo sono state attualizzate abbastanza male, visto che gli autori di questa generazione hanno una visione esageratamente super robot di Gundam.
Il lascito di Tomino sembra aver trovato invece posto in Gundam Unicorn e forse nel futuro adattamento in anime del manga Gundam Origins.
Infine vi auguro un buon Natale lasciandovi alla bellissima ending theme di questa splendida opera.
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