Dead Space 3: La nostra recensione

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Dead Space 3

la nostra recensione…

La saga di Dead Space è stata senz’altro una delle più acclamate degli ultimi anni, sia per l’atmosfera horror che l’ha resa tutt’ora unica in questa generazione, che per l’interessante plot narrativo.

Sono passati quasi due anni dall’uscita di Dead Space 2 e dopo tanti rumors, Visceral Games durante il 2012 si decise a mostrare al pubblico il futuro della saga, Dead Space 3.

L’annuncio di questo terzo episodio, va detto che è stato accompagnato da dure critiche e polemiche, visto che a detta degli sviluppatori, il tono sarebbe stato “maggiormente action”, grazie ad alcuni escamotagè tipici dei classici TPS, presenza di una modalità cooperativa, forti conflitti a fuoco e la presenza dei nemici umani. Un’introduzione che almeno su carta, ipotizza Dead Space 3 come l’ennesimo stereotipo dei classici sparatutto, degli ultimi anni, apparsi su console e, come spesso accade, alza critiche prima di aver provato.

IL RITORNO DEL MARCHIO

La trama di Dead Space 3 prende piede molto tempo dopo gli eventi che hanno concluso il secondo capitolo e visto che il Marchio originale non è ancora stato distrutto, la mente di Isaac è stata nuovamente costretta a mettersi all’opera per replicarlo.

Questa volta però il vero pericolo non è rappresentato dal Marchio bensì da Danik, folle leader di Unitology, pronto a sacrificare se stesso pur di trasformare l’intera umanità in un esercito di necromorfi.

Isacc oramai divenuto effettivamente pazzo per molte persone, vive come un vero e proprio fuggitivo, spostandosi nelle varie colonie spaziali, ma l’arrivo del sergente John Carver ed il capitano Robert Norton, membri dell’E.D.F. (Earth Defense Force) cambieranno ancora una volta la sua vita, costringendolo a tornare in azione per salvare Ellie Langford, sua ex ragazza che a causa della sua eterna fuga dal Marchio ha deciso da sola di intraprendere un viaggio per scoprirne l’origine.

Oltre a mostrarci il classico eroe decaduto che cercherà di riprendersi il suo amore nel corso del viaggio, va detto che questa sua ultima epopea ( ? ) sarà anche una delle più movimentate dell’intera serie fra navi, città e un intero pianeta da esplorare.

Proprio come accaduto con le più classiche delle trilogie sia videoludiche che cinematografiche, l’elemento sorpresa nella trama è fondamentale e chi ha potuto giocare i primi due episodi, molte delle domande che sono state proposte troveranno risvolti molto inaspettati, ma su questo non ci divagheremo perchè con la complessa trama tra missioni secondarie e primarie, ci si perderebbe in ore di parole dal fine inutile se non spoilerare.

Quello che colpirà la lunga schiera di fan sarà proprio Isacc, dove nel primo capitolo era totalmente muto e nel secondo spiccava qualche battuta, in questo terzo capitolo sarà forse fin troppo spigliato, fra battute ironiche e parolacce infatti finiremo col ritrovarci con il più classico dei personaggi che negli ultimi tempi assecondano il cinema d’azione.

Il cast di comprimari che farà le veci dei sopravvissuti non è affatto male anzi nel corso dell’avventura si renderanno oltre che utili anche di buona compagnia sia per caratterizzazione che per lavoro di recitazione, un grande passo avanti che rende l’esperienza molto più funzionale.

Seppur scontati alcuni colpi scena, i risultati finali si sono rivelati molto più soddisfacenti di quanto potessimo immaginare. Anche se con tutta probabilità le tante scelte che cambieranno Isacc nel corso di questa odissea, in certi casi, sono sembrate un po’ forzate ai fini della longevità. Una storia molto interessante e ben congegnata sia in termini di caratterizzazione che di eventi.

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IL PIANETA CI VUOLE MORTI !!!

Dopo le più che soddisfacenti premesse narrative, il nostro desiderio era mettere finalmente mano al nostro fidato pad senza troppi intoppi e portarci alle prima movimentate sequenze. Le nostre paure sulla mutazione del gameplay si sono per fortuna rivelate errate. La mappatura dei comandi è infatti identica a quella dei due predecessori con l’unica aggiunta del sistema di schivata ( schiacciare due volte il tasto R2 ) e la possibilità di accovacciarsi ( schiacciare il tasto L3 ).

Due novità che sono più che accessori al gameplay e lo stesso vale anche per i tanti polemizzati nemici umani, utilizzati dagli sviluppatori sin dal suo annuncio per mostrare la cosiddetta vena da puro TPS. Beh vi assicuriamo che la loro presenza è alquanto futile, visto che appariranno solo in alcune quanto brevi sezioni dei 19 capitoli, lasciando spazio ai classici nemici della serie, i necromorfi.

Superate le paure sul destino del gameplay, viene da porci ora una nuova domanda, Dead Space 3 fa davvero paura?

Beh, Visceral Games ancora una volta va premiata quasi con il massimo dei voti, visto che ha cercato di non deludere le aspettative e a differenza di quanto accaduto con Capcom e il suo Resident Evil 6. In questo caso è stato valorizzato il nome del brand.

Come accennato in una delle righe ad inizio recensione, le ambientazioni questa volta sono variegate, si partirà infatti in luoghi bui e inospitali dove ancora una volta le paure e la tensione dei giocatori è messa alla prova. Le prima metà infatti coprirà l’esplorazione di varie stazioni disabitate ( per modo di dire chiaramente ) che ruotano in orbita al pianeta TAU VOLANTIS e sarà proprio qui, che gli sviluppatori hanno mostrano il loro talento sia artistico che emozionale mixando le atmosfere passate dei primi due capitoli con una leggera dose di azione senza che quest’ultima prendesse il sopravvento.

Paura e tensioni sono rimaste rispettando i canoni del genere, ma lo stesso non può dirsi per ciò che riguarda le provviste, kit medici e munizioni che sono all’ordine del giorno a causa anche dei ripetitivi “incontri ravvicinati”. Un inserimento che dopotutto va moderatamente criticato visto che si vuole venire incontro anche ai giocatori meno avvezzi del genere. Coloro che porteranno a termine la storia, avranno poi accesso alla modalità New Game + che permetterà di riaffrontarla con tutti i materiali, tute e armi create solo con la possibilità di avere accesso a ben 4 tipi differenti di stili di gioco che elencheremo qui di seguito :

Modalità Classica 

Questa modalità rispecchia il nome che porta visto che ci permetterà di affrontare la storia in maniera del tutto identica a come è stata rappresentata nel primo capitolo. Ecco le impostazioni: cooperativa disabilitata, armi classiche, nessuna gestione dei banchi da lavoro e difficoltà impostata su difficile.

Modalità Sopravvivenza 

Modalità adatta ai più duri e agli amanti delle sfida, l’unico modo per poter ottenere munizioni e kit medici sarà quello di crearli col banco da lavoro e in questo caso le risorse saranno lasciate solo dai nemici, anche qui la difficoltà è impostata su difficile.

Modalità Estrema 

Ancora una volta torna questa odiata modalità, ma visto che il gioco dispone di salvataggi automatici, avrete a disposizione una sola vita. Una volta raggiunto il game over si ripartirà da punto a capo, la difficoltà è impostata su difficile.

Portando al temine questa modalità si sbloccherà automaticamente un filtro speciale in stile 8bit.

Anche gli enigmi sono rimasti più o meno nella media, anche se bisogna dirlo, la loro risoluzione è molto più semplificata del previsto ma si sa “mai volere tutto senza sacrificare qualcosa” e in questo caso è molto probabile che il loro sacrifico è stato necessario per l’inserimento delle variegate sezioni leggermente cinematografiche di gameplay che nel corso dell’avventura si faranno avanti e anche in questo caso non ci divulghiamo più di tanto.

La durata per dir si voglia è molto lunga ma il nostro parere è del tutto neutrale, terminare la storia richiederà circa 14 o 17 ore ma purtroppo molte di queste si perderanno nel più grande cerchio ripetitivo mai visto, riproponendo verso gli ultimi capitoli una grosse dose di sezioni pressoché identiche volte ad allungare un po’ troppo il brodo, una prospettiva che lascia un giudizio positivo o negativo al giocatore di turno.

Buone anche le missioni secondarie, molto variegate, che offriranno zone da esplorare del tutto nuove e anche utili a trovare ingenti materiali per creare le proprie armi tramite il comodissimo banco da lavoro. Quest’ultimo si è rivelato senz’altro una vera sorpresa sopratutto per coloro che amano creare la propria arma per tutte le evenienze, una novità senz’altro funzionale ai fini del gameplay ma tocca avvertivi che si tratta di uno dei motivi che ha portato gli sviluppatori a dover inserire le munizioni universali. Anche il sistema di potenziamento è stato leggermente inalterato, adesso non ci sono più i nodi ma bensì dei veri e propri accessori che aumenteranno varie statistiche all’arma scelta.

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IL MIO AMICO JOHN CARVER

Adesso ci tocca parlare dell’argomento più scottante che ha tenuto persino noi dubbiosi fino alla fine, e dopo un test durato circa 6 ore possiamo finalmente dare il nostro giudizio sulla modalità cooperativa, una delle novità di punta del gioco. Prima di poter approfondire questo argomento, vanno spese alcune parole anche nei confronti di colui che farà da spalla ad Isaac, nonché John Carver, militare dall’oscuro passato che lo accompagnerà in questa “gita di conoscenza”.

Un personaggio atipico che nel corso dell’avventura in single player divulgherà qualche battuta, rimanendo pero’ in disparte dall’azione del gioco, una scelta che a dirla tutta ha attratto la nostra curiosità, tanto che subito dopo aver terminato la campagna singola ci siamo cimentati in quella multiplayer ed è stato qui che finalmente le parole rassicuranti dette dagli sviluppatori circa questa componente, hanno avuto un vero riscontro. La storia difatti subirà alcune trasformazioni narrative, che inseriranno all’interno di alcuni capitoli, delle sensazionali missioni opzionali accompagnate dalla dicitura Coop, questa in realtà non sono altro che missioni appartenenti alla storia di Carver, approfondendone il passato e chiarendo alcuni misteri sulla sua personalità che verrà alterata dal Marchio, provocando delle visioni che purtroppo avrà modo di vedere soltanto il giocatore che lo impersona. Una componente che non si è rivelata invasiva ma bensì geniale( giocando capirete perchè ) e anche divertente ai fini del gameplay soprattutto se si vuole conoscere il passato di Carver. L’unica nota negativa è che si dovrà cercare un partner abbastanza paziente, visto che tali missioni sono abbastanza lunghe e ricche di momenti action.

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L’ARTE DELL’ORRORE

Tecnicamente, Dead Space 3 è più che buono, evolvendo quello che già di buono aveva da offrire il secondo capitolo, principalmente si tratta di modelli poligonali molto più definiti e ricchi di dettagli, effetti di luce migliorati è un maggiore effetto visivo mentre invece in termini ambientali siamo difronte ad una piccola perla, in particolare parliamo del pianeta TAU VOLANTIS, che ha subito un’elevata cura artistica, con tempeste di neve che si accentuano col passare del tempo, alture di vario genere, basi e laboratori militari.

Una scelta artistica che ad un primo impatto non sembra rendere giustizia al gioco ma che si rivelerà ben presto come una sorta di enorme hub centrale per poter accedere a magazzini, grotte e laboratori scientifici, ritornando quindi alle atmosfere claustrofobiche che hanno fatto la fortuna della serie.

Chiude infine una buona colonna sonora che accompagnerà il giocatore senza mai annoiarlo e fra grugniti di mostri e rumori di porte rugginose alla fine ci ritroveremo come sempre a giocare ad un Dead Space, ne più ne meno.

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CONCLUSIONI

In parole povere Dead Space 3 è la normale evoluzione di un brand, in questo caso positivo, senza trasgredire le regole che hanno imposto il genere horror, accompagnato da un mix d’azione per rendere appetibile i palati anche di coloro che si avvicinano solo ora a questo capitolo.

Anche la grossa varietà degli ambienti ha potuto permettere un’approccio più esplorativo da parte del giocatore e anche se a volte alcuni di questi siano riciclati, rimane pur sempre un difetto secondario in una produzione di questo calibro. Un’avventura che terrà incollato vicino allo schermo per ore, spianando poi la strada per il gran finale che conclude questa magnifica trilogia.

Visceral Games è riuscita a guadagnarsi la nostra fiducia per un ipotetico prossimo capitolo, nella speranza di rivedere nel prossimo futuro anche un ritorno di Isacc Clarke.

VOTO : 9,0

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